Toromania: Niang basta passeggiare, è il momento di correre
“Niang non sarà mai un problema per il Torino – ha provato a tranquillizzare Sinisa Mihajlovic dopo il derby - sappiamo cosa può fare e lui sa cosa voglio. Dobbiamo farlo tornare nella migliore condizione, che potrà trovare solo allenandosi e giocando: sa che mi aspetto di più, ma non sono preoccupato”. I tifosi granata invece stanno iniziando a preoccuparsi: non per i dribbling che non riescono, neanche per il fatto che non il numero 11 non è ancora perfettamente integrato negli schemi della squadra (cosa naturale dopo appena un mese di allenamenti con Mihajlovic e i suoi nuovi compagni di squadra). A preoccupare è l'atteggiamento che ha in campo Niang: in ogni partita fin qui giocata ha sempre dato l'impressione di non volersi sacrificare, di non voler fare quello scatto per rincorrere l'avversario. Finora proprio questo è stato uno degli elementi che hanno limitato la carriera di Niang. Non un fattore secondario: basti pensare che se Andrea Belotti ad oggi è valutato 100 milioni di euro ed è riuscito ad attirare su di sé le attenzioni di alcuni dei più importanti club a livello mondiale (come ad esempio il Chelsea e il Manchester United) è, oltre che per la facilità con cui trova il gol, anche per la sua propensione nel mettersi al servizio della squadra.
Questo è quello che deve imparare, in fretta, anche Niang. Per integrarsi alla perfezione nei meccanismi della squadra e affinare la propria tecnica ha bisogno di allenarsi e giocare, proprio come sottolineato da Mihajlovic, ma per correre e aiutare la squadra basta la volontà, non servono allenamenti particolari. Niang la deve trovare in fretta.