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  • Toromania: si stava meglio quando si stava peggio
Toromania: si stava meglio quando si stava peggio

Toromania: si stava meglio quando si stava peggio

  • Andrea Piva
Non è ancora finita, ma quasi. Il Torino che secondo il suo presidente, Urbano Cairo, dovrebbe essere il più forte degli ultimi 20-30-40 anni (più forte quindi anche di quello di Mondonico, che arrivò in finale di Coppa Uefa dopo aver eliminato il Real Madrid in semifinale, o quello di Radice che nel 1985 si giocò lo scudetto proprio con il Verona) è stato battuto ieri dalla penultima della classifica ed è ora a otto punti di distanza dalla Sampdoria e dal Milan, che coabitano al sesto posto in classifica.

Certo, di rimonte incredibile a cui aggrapparsi per continuare a sperare nella qualificazione all'Europa League la storia dello sport ne è piena, finché non sarà la matematica a dire che questo Torino non giocherà una coppa continentale nella prossima stagione si può continuare a sperare. Ora però è tutto più complicato. Quella del Bentegodi contro il Verona è una sconfitta che fa riflettere: dopo sette giornate, la squadra di Walter Mazzarri ha un punto in meno rispetto a quella di Sinisa Mihajlovic. Si stava meglio quando si stava peggio, verrebbe da dire. Se è vero che l'allenatore serbo ha commesso svariati errori durante la sua gestione e che quello toscano, in carriera, ha dimostrato di essere più preparato a livello tattico, è altrettanto vero che scaricare le responsabilità su un tecnico o sull'altro per una classifica che vede il Torino a otto punti dal settimo posto, sarebbe sbagliato. Se la formazione granata ieri ha perso 2-1 contro la penultima della classifica le responsabilità sono di tanti: dal singolo calciatore salendo fino a chi, credendo di aver costruito il Torino più forte degli ultimi 20-30-40 anni, il 31 agosto ha ceduto Davide Zappacosta al Chelsea per 30 milioni e a gennaio non ha investito nemmeno un euro per rinforzare una formazione che avrebbe invece avuto bisogno di nuovi innesti, anche solo per completare numericamente la rosa.

Così come la scorsa, quella prima ancora o tante (troppe) negli ultimi anni, anche questa stagione rischia di essere etichettata come la “stagione del rammarico”. Sarebbe bastato davvero poco in più per far sì che il Torino ora fosse con Sampdoria e Milan a lottare per il sesto posto. Non resta che sperare in un miracolo di Mazzarri e nei gol di Belotti.

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