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  • Toromania: i piccoli errori cui ancora non si rimedia

    Toromania: i piccoli errori cui ancora non si rimedia

    Giornata di usato sicuro, in casa Toro. Il contratto di Giuseppe Vives, scaduto a giugno e quindi sostituito da un nuovo vincolo annuale, dopo appena un mese e mezzo viene già rinnovato: un altro anno, terminerà nel 2016, quando il centrocampista avrà 36 anni. E non è tutto: anche il buon Sasà Masiello, da alcuni giorni sorprendentemente aggregato alla squadra in veste di svincolato, si è visto proporre un nuovo rapporto nonostante molti tifosi non si fossero stracciati le vesti quando quello precedente del 32enne difensore era terminato, a fine stagione.

    Queste sono alcune delle notizie che dicono come in seno alla società Torino F.C. non tutto sia ancora perfetto, non tutti i pezzi si incastrino necessariamente nel giusto ordine. Dettagli che è bene non ignorare, pure in momenti di giusta euforia per l'Europa che si torna a respirare dopo tanti anni, per la campagna acquisti che promette bene e   per una generale atmosfera di ottimismo, passione e compattezza che potrà comunque fare le fortune del sodalizio di Cairo.

    Il club rischia un'orrenda figuraccia internazionale qualora dovesse essere tagliato Bruno Peres, come pronosticato su queste pagine quando le altre testate invitavano a ignorare tale possibilità. Uno dei primissimi acquisti di stagione, con un accordo trovato addirittura a campionato in corso, bloccato ora dall'incapacità di cedere uno – uno solo! - dei giocatori exrtacomunitari in rosa. E anche Sanchez Miño è ancora ai box: possibile non si sapessero i tempi della burocrazia spagnola, quando lo si trattò per due lunghi mesi contando sull'ottenimento di un passaporto iberico?

    Oltre ai due incomprensibili prolungamenti di contratto di cui si diceva in apertura, spuntano oggi i rimpianti quando si scopre che il talento 21enne Alessio Vita è cercato in Serie A; poche settimane fa, il Torino lo ha perso alle buste per 60mila euro. Sì, sessantamila, non seicentomila! Alcune mosse davvero difficili da motivare agli occhi dei tifosi. Come i prezzi dei biglietti per il preliminare di coppa: 20 euro per una curva, in un match di metà agosto contro dei dilettanti scandinavi, non pare esattamente la scelta di chi si è messo una mano sul cuore, e non manca un'arrabbiatura di massa in rete tra i tifosi (negli scorsi anni, l'intero girone di Champions League - non quello preliminare) del Milan costava per gli abbonati 30 euro (per 3 partite).

    Piccoli segnali che rischiano di macchiare una serie di operazioni ottimamente condotte, dal tesseramento di talenti di caratura internazionale soffiati per pochi spiccioli (se non gratis) a concorrenze qualificatissime (Maksimovic, Jansson, Gaston Silva) all'aver accontento mister Ventura su alcuni nomi essenziali (Quagliarella, El Kaddouri), cui si potrebbe aggiungere l'enorme merito di avere trattenuto gli azzurri Darmian e Cerci (aspettando conferma, specie per il secondo). Il tutto dice di come una società un tempo molto carente sia senz'altro cresciuta e migliorata, ma di come manchino ancora dei pezzi perchè possa dirsi “quasi impeccabile”. Ed è un peccato, quando si tratta di ingenuità gratuite in grado di rovinare il gusto lasciato nella bocca dei tifosi dalle cose buone.

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