Esaltarsi? Non scherziamo. Il 3-0 rifilato alla Lazio deve solo trasmettere serenità e compattare l'ambiente, ma montarsi la testa è un rischio che il Toro non può correre. Tutti, ieri, abbiamo visto un bel gruppo, arrembante e capace di attuare giocate lineari e una manovra piacevole. L'avversario però è parso pieno di problemi e forse anche un po' con la testa altrove. Nessuno vuole sminuire la prestazione di Bianchi e compagni, ma è bene tenere i piedi per terra. A Torino troppe volte si è passati nel giro di una settimana da una squadra che poteva sognare in grande ad un'altra - che poi era la stessa - che doveva arrancare per non retrocedere.

Colpa dei media, colpa dei tifosi e quant'altro: quando le cose da buone diventavano negative, in casa granata, le colpe sono sempre state di tutti, tranne che dei reali 'colpevoli'. Oggi dunque, per evitare che a ottobre o novembre, alle prime difficoltà, si possa tornare a sentir parlare della pressione di questa difficile piazza, è bene che la società faccia del proprio meglio. Ieri, a parole, Cairo ha ribadito l'intenzione di voler intervenire ancora sul mercato e di non esser caduto in trappola, diciamo così, dopo la bella prova fornita contro la Lazio. Bene, se a questi intenti seguiranno anche i fatti, allora il Toro potrà avere qualche chance di divertirsi nel prossimo campionato, pur partendo con una - probabile - penalizzazione.