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  • Totti: 'Cassano come un fratello. Ecco perché scelse la Roma e non la Juve'

    Totti: 'Cassano come un fratello. Ecco perché scelse la Roma e non la Juve'

    Francesco Totti, ex capitano e bandiera della Roma, ha concesso un'intervista a revistalibero.com: "Cassano? Lui è un fratello minore. E' venuto a Roma per me, perché ha detto che ero il suo idolo. C'era la Juve, che lo voleva, ma scelse Roma. Voleva giocare con me, era innamorato del mio calcio. Non ha avuto un'infanzia facile, quindi quando è arrivato a Roma l'ho portato a casa con i miei genitori. Cassano è bravo, onesto, un ragazzo allegro, anche se a volte si è messo nei guai. Guarda il suo palcoscenico a Madrid. Ho cercato di allevarlo come sapevo, perché tecnicamente non era necessario. Era senza dubbio uno dei migliori al mondo. Tecnicamente il migliore, forse. Diverso. Aveva anche un'enorme forza fisica. Mi sono trovato meravigliosamente al suo fianco. Ricordo che Capello giocava senza punte fisse, ci mise entrambi davanti in continuo movimento. Abbiamo segnato tre o quattro gol per partita. Purtroppo abbiamo perso quel campionato, ma la gente si è innamorata del nostro modo di giocare. Se sono riuscito ad allevarlo come avrei voluto? Né sì né no. Era una persona molto mutevole, facilmente influenzabile. Abbiamo discusso, abbiamo passato mesi senza nemmeno parlare. Prendeva in giro i compagni? Non li ha presi in giro. Li ha massacrati direttamente, il che è qualcosa di diverso. Tranne me, Batistuta o Samuel, ha massacrato gli altri. Zebina, Delvecchio, Tommasi ... Quando sbagliavano un passaggio, gli diceva: 'Sei un pippone', Vai a fare il farmacista'. Ti ha fatto capire quale personalità avesse. Era giovane e andava contro a chi aveva 30 anni. E' vero che aveva torto, perché devi sempre rispettare ... ma lo conoscevamo e sapevamo già com'era. L'abbiamo semplicemente accettato. A volte era persino esagerato, perché non aveva limiti, filtri, freni. Anche con Capello? Ovviamente. Hanno litigato milioni di volte. Si inseguivano nel mezzo del campo di allenamento. Ho visto scene incredibili, ma Fabio lo adorava perché sapeva di essere un fenomeno. Capello voleva buoni giocatori, con carattere, e Cassano lo era".

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