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  • Totti: 'Mondiali? Tutto può succedere'
Totti: 'Mondiali? Tutto può succedere'

Totti: 'Mondiali? Tutto può succedere'

Il capitano della Roma, Francesco Totti, ha parlato oggi ai microfoni di Sky Sport24 HD.

Tra squadra, dirigenti e dipendenti del centro sportivo ti hanno fatto proprio una bella sorpresa...
Sì, come ho detto prima ringrazio tutti quanti perché è stata veramente una sorpresa piacevole, inaspettata, anche se qualcosa nell'aria l'avevo sentita, però non pensavo che ci fosse tutta questa accoglienza. Speriamo che la frase che mi hanno scritto ("Il meglio deve ancora venire", ndr) sia di buon auspicio. Quello che c'è stato oggi penso che per me sarà un giorno indimenticabile, che rimarrà veramente nella storia di Totti, mia personale. Sono momenti di grande soddisfazione non per Totti, ma per il Francesco.

Tu hai affascinato tre generazioni: che ricordo hai di quei primi viaggi a Trigoria quando partivi con mamma Fiorella da Porta Petronia per arrivare al centro sportivo?
Di viaggi ne ha fatti più lei perché io mi addormentavo in macchina (ride, ndr). Però penso che sono stato fortunato ad avere una famiglia sempre alle spalle, sia mia madre che mio padre e mio fratello mi hanno insegnato tantissime cose. Fortunatamente sono sempre stati uniti, mi hanno insegnato il rispetto, mi hanno insegnato come comportarsi e questo penso che per un giocatore e per un giovane sia la cosa più importante.
Oggi c'erano anche tuo padre Enzo e tuo fratello...
Sì, ero emozionatissimo. Loro poi non stanno mai al centro di queste iniziative, si mettono sempre da parte, però mi ha fatto piacere perché c'erano anche loro.
Abbiamo raccolto tante testimonianze, tra cui quella del tuo amico Buffon. Ricordi quel gol che gli hai fatto nel 2001, l'anno dello scudetto?
Le rivedo spesso quelle immagini, anche perché sono poche, spero che ci possano essere delle altre di quelle giornate gloriose. Poi, è normale, in quel momento c'era Gigi che era mio amico. Sono doppiamente contento, penso che quelli siano momenti veramente indimenticabili, che sia noi romanisti che noi romani speriamo ce ne possano essere delle altre.
Tre scudetti in questa storia della Roma, in cui tu sei il più grande giocatore di questo club. Mai nessuno ha vinto due scudetti, pensi che potrà esserci il tempo e lo spazio per un altro scudetto nella carriera di Totti?
Spero, spero. Adesso vediamo quanti anni farò di contratto e poi vedremo se avrò la possibilità di vincerlo. Penso che la società abbia detto che vuole vincere lo scudetto prima possibile. Perciò spero che io possa far parte di questo gruppo e poi è normale che vincere due scudetti a Roma dove non li ha vinti mai nessuno sarebbe un altro record.
Hai iniziato a giocare centravanti con Spalletti e hai segnato 226 gol. E se avessi iniziato prima?
Se avessi iniziato un pochino prima, penso che già avrei superato Piola (ride, ndr). Lo dico onestamente, anche perché se questi sono i numeri, penso che lo avrei ripreso. Però con i 'ma' e con i 'se' è tutto più semplice. Io mi godo questo momento perché è molto importante per me e spero di continuare a far divertire la gente e a divertirmi, io prima di tutto.
Cosa ti ha dato la forza per venire fuori dai brutti infortuni che hai avuto in carriera, come quello prima del Mondiale?
Io penso che la forza per uscire da questi brutti infortuni è il carattere della persona. In certi momenti neanche lo conoscevo tutto il mio carattere interiore, perciò da quel brutto infortunio ho capito che ho un carattere forte, che non molla mai, che mette sempre a disposizione tutto. Da una cosa brutta sono uscite tante cose belle.
Prandelli ha speso delle parole dolcissime nei tuoi confronti; c'è una possibilità di vederti al Mondiale in Brasile?
Da qua a un anno possono succedere tantissime cose. Io penso al presente, penso domenica dopo domenica, a fare bene e soprattutto a mantenermi in questa condizione. Poi, è normale che ci sarà un momento in cui avrò un po' di flessione durante il periodo annuale, però so sicuramente che ritornerò quello che sono ora.
Parliamo del tuo esordio; quando avevi 16 anni e mezzo, seduto su quella panchina con Boskov, quali erano stati i tuoi pensieri?
Innanzitutto era un sogno realizzato, perché ero con tantissimi campioni che vedevi sempre da lontano. Standoci così a contatto, capivi quale fosse la realtà del calciatore, però in quel momento non pensavo niente, ero spensierato, ero giovane, pensavo solamente a divertirmi. Poi, man mano che andavo avanti, ho capito che per me era una professione, però l'ho fatta con passione.
Ti è mai venuto il rimpianto a un certo punto di aver voluto fare un passo indietro in Nazionale?
No, sinceramente no, perché poi quando io prendo una decisione è quella, perché io prima di prenderla ci penso tantissimo. Però è normale che far parte di un gruppo della Nazionale, indossare la maglia azzurra penso che è il sogno di tutti i ragazzi, di tutti i giocatori italiani. Poi, ho avuto la fortuna di chiuderla in bellezza, vincendo un Mondiale e penso che quella è la cosa più grande che un giocatore possa vincere. L'ho vinta e sono contento .Adesso si parla sempre di Nazionale, di Totti, di futuro: sto attraversando un grandissimo momento e io vivo alla giornata, poi se da qua al Brasile starò bene parleremo con il mister Prandelli e prenderemo una decisione.
C'è qualche rimpianto invece per questa stagione della Roma?
Sì, penso che come organico siamo veramente inferiori solo alla Juve, ma presi singolarmente penso siamo anche più forti della Juve. Però la Juve è più squadra, è più gruppo, ha un organico che ha cattiveria, che vuole sempre vincere, è determinata, è quello che ancora non abbiamo noi.
Per chi non vive a Roma è difficile capire il tuo legame con la città: quanto conta la città e la squadra per te?
Il legame tra me e la città penso è come se fossimo tutti fratelli, perché ovunque vado sembra quasi che mi conoscessero da 36 anni, come se vivessi in casa loro. È una cosa reciproca, un amore che è nato sin da quando ero piccolo, forse perché sono romano e romanista, ho sempre indossato un unica maglia e poi sappiamo che noi romani siamo molto 'appiccicosi' sotto certi punti di vista, Poi, quando un giocatore si esprime ai massimi livelli viene considerato ancora di più. Ho fatto una scelta di cuore, nel senso che non ho scelto altre squadre e sono voluto sempre rimanere con la stessa maglia. Penso che questo mi ha agevolato su tanti punti di vista.
(Dopo aver mostrato un filmato di una tv locale romana del 1996) C'era già la battuta sulla Lazio...
Quella è sempre pronta! (ride, ndr). Anche perché sarebbe stata una cosa impossibile, penso. Avrei fatto un altro tipo di sport. Ho scelto la Roma, fortunatamente.
Cosa hai provato quel giorno della prima fascia di capitano a 22 anni?
Io penso che lì si è racchiuso un po' tutto il sogno che avevo prefissato, cioè la maglia numero 10 e la fascia di capitano e per me è stato sempre un onore portarla. Poi, è normale che per un romano e un romanista, come ho sempre detto, vale doppio, però so anche l'importanza per tutti i romani qual è il significato di indossare queste due cose importanti.
La tua forma di quest'anno è anche merito della preparazione durissima di Zeman?
Sì, lo ribadisco di nuovo: per me penso che sia stata una preparazione importantissima, anche perché io già l'avevo fatta 13 anni fa con lui, perciò so a cosa andavo incontro.
Hai mai pensato di fare televisione insieme a tua moglie, Ilary Blasi? Qualcuno vi definisce anche i nuovi Sandra e Raimondo...
Innanzitutto Sandra e Raimondo sono unici, non ci sarà mai nessuno che farà quello che hanno fatto loro. Poi, sinceramente ci hanno chiamato tantissimi programmi, tantissima gente per fare questa cosa. Ci abbiamo pensato, però in questo momento pensiamo di accantonarla perché abbiamo altri due impegni che sono molto più importanti, io con il calcio, lei con la televisione. Poi quando sarà, se sarà, vediamo, ma sarà difficile perché io... 'nun ce riesco.
C'è un museo a Trigoria, che è l'ufficio di Francesco Totti, con tutte le maglie indossate, gli scaprini, le fascette: ci racconti che cos'è quell'ufficio per te?
Più che un ufficio, è un ricordo, un ricordo di dove tengo le cose più importanti, tengo le fasce di capitano, scarpini, magliette da gioco contro giocatori che ho affrontato durante le partite, soprattutto i big. E poi magliette di alcuni amici che tuttora sento. Penso che sia un ricordo bellissimo che fa piacere a tutti vedere. Perché poi, tante cose andando avanti te le dimentichi, invece avendole tutte insieme hai dei ricordi bellissimi.
Rosella Sensi ha detto che per lei Totti è il fratellone che non ha e si è raccomandata di continuare così per altri dieci anni.
Per me è veramente una sorella, il rapporto che ho avuto con lei, ma con tutta la famiglia, con Franco soprattutto, è eccezionale, andava oltre il lavoro. E penso che se sono qua è merito loro. Grazie a loro che mi hanno dato tutto quello che volevo.


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