C’è il primo gol segnato in serie A con la maglia della Roma contro il Napoli di Maradona e Diego che gli regala la maglia: ‘Non entrò nemmeno in casa, quel cimelio: avevo saputo che vicino a casa mia c’era un bambino tifoso degli azzurri che non stava bene e gliela portai subito in regalo”. C’è l’incredibile scudetto buttato dai giallorossi contro il Lecce già retrocesso, una sconfitta storica: “Ad oggi l’unica perplessità fu la furia agonistica dei nostri avversari”. E c’è Mazzone che in un Parma-Cagliari lo lascia in panchina, gli emiliani vanno sul 3-0 e allora lo butta dentro, lui segna due gol e sfiora il pareggio. E allora Carletto va sotto la curva dei tifosi sardi e grida: “Non capisco un cazzo come allenatore”. Quindi corre da lui e ripete: “A Cobra, hai un allenatore che non capisce un cazzo”.

 

Tutto questo e molto altro è racchiuso in “Cobra, vita di un centravanti di strada”, l'autobiografia che Sandro Tovalieri, indimenticato attaccante di tante nostre squadre, ha scritto assieme a Susanna Marcellini, giornalista e scrittrice, che già si era cimentata nella medesima esperienza raccontando la vita di Roberto Pruzzo. Un percorso non solo nel calcio, di cui si svelano senza filtri le emozioni e le delusioni, ma anche nella storia umana di Tovalieri, profondamente segnata dalla perdita in giovane età della moglie Laura. Un libro che ha riscosso immediato successo, tanto da avere ricevuto il premio letterario Antonio Ghirelli, istituito dalla Figc e giunto alla quinta edizione, nella categoria “Storie di calcio”.

 

Sandro Tovalieri con Susanna Marcellini

Ultra sport editore

192 pagine, 15 euro