Turchia, Lucescu: 'Under potenziale leader, dategli il tempo di crescere'
Lei come si trova con la lingua turca?
"Con la lingua turca non così bene, perché non ne ho bisogno, qui tutti parlano tante lingue, i giocatori giocano fuori e parlano tutti tre o quattro lingue. Non ho problemi a farmi capire".
Che squadra è lo Shakhtar e quanto c'è di lei nella squadra di oggi?
"È cresciuta come squadra durante gli anni, i giocatori sono li da diverso tempo e sono cresciuti insieme, giocano assieme da sei - sette anni. Era difficile prima quando c'erano tantissimi brasiliani, poi molti sono andati via in grandi squadre europee, ora sono tanti ma la costruzione è stata importante. Rimanere con gli stessi calciatori che sono cresciuti e sanno benissimo quello che devono fare con un gioco che gli permette di dominare gli altri, sarà una partita molto difficile, interessante e difficile. Sono riusciti con l'esperienza a diventare un po' più attenti".
Come mai i brasiliani si trovano così bene in Ucraina?
"Il calcio è lo stesso dappertutto, per lo Shakhtar è stato importante anche il suo presidente che ama il calcio stima i giocatori di grande talento, li ha comprati ed ha avuto la pazienza di aspettarli. Io in dodici anni ho lavorato proprio su questo, con la pazienza e grazie alla capacità dei giocatori di adattarsi abbiamo creato un gruppo che è cresciuto nel tempo, fino a quando chiaramente ognuno ha voluto provare nuove esperienze. Al momento Fred, che andrà al City, Marlos, Bernard, Taison sono giocatori di buon livello. Erano tredici, ora sono diminuiti, ma sono comunque bravi. Io ho fatto crescere dietro ai titolari, tanti giovani che poi ne hanno preso il posto. Dipende molto anche dal lavoro dell'allenatore, da quello che l'allenatore vuole".
Un difetto, secondo lei, di noi italiani?
"Non si può dire (ride) il popolo italiano è un popolo di artisti. Qualche volta un po' di superificialità esiste, ma io amo l'Italia, dove entrano gli italiani lasciano sempre la bellezza".