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  • Turrini a CM: 'Anche a porte chiuse vince la Juve, Lotito secondo. Ecco cosa mi ha detto Leclerc su Hamilton...'

    Turrini a CM: 'Anche a porte chiuse vince la Juve, Lotito secondo. Ecco cosa mi ha detto Leclerc su Hamilton...'

    Caro Leo Turrini, siamo ancora qua.
    “E già, come nella canzone di Vasco. E visto che è un amico, rubiamogli anche il titolo di una canzone recente. Un mondo migliore è quello che ci auguriamo tutti, post pandemia”.

    Con il calcio che ritorna.
    “Sì, ma quando? E soprattutto, come? Avrai notato che sotto il cielo d’Europa regna una grandissima confusione. In Olanda hanno archiviato tutto, invece la Bundesliga è pronta per ripartire”.

    Ogni Paese fa da sé.
    “Temo sia inevitabile, essendo diverse le realtà del contagio. Ma se parliamo delle piccole cose nostre, capisci subito che qualcosa non torna. Prendi la Champions...”

    L’ho presa.
    “Il Bayern forse il 9 maggio è in campo, la Juve e le spagnole no, per dire. E’ vero che la UEFA immagina di assegnare le coppe dopo aver lasciato concludere i campionati nazionali, ma chiaramente si determinerà una disparità di trattamento. Che dovrebbe stare alla base di qualunque competizione”.

    Ma bisognerà pur ripartire, in qualche modo.
    “D’accordo, ma almeno raccontiamocela giusta. Questo maledetto virus ha cambiato le nostre vite, temo per sempre. E il calcio, lo sport in generale, sono vittime collaterali. Collaterali, ma vittime”.

    Quanto ritieni possibile la ripresa della serie A?
    “Conviene distinguere tra desiderio e verità. Tutti desideriamo di rivedere i gol, i dribbling, le emozioni di una partita. Pensa che ho nostalgia persino del Var! E mi sono ridotto a cercare in streaming il campionato del Nicaragua o la mitica Lega Bielorussa. Però...”

    Però?
    “Il calcio è disciplina di contatto. I giocatori sono esseri umani. Se nella vita quotidiana debbono stare a due metri dal barista o dal meccanico o dal commercialista, con che spirito in campo poi si accalcano in un’area di rigore? Non lo so, sono domande che immagino chiunque si ponga”.

    Ma i club insistono e citano l’esempio della Bundesliga.
    “È un loro diritto. Io mi auguro che siano in grado, le società, di mantenere le misure precauzionali che garantiscono di poter adottare. Ovviamente, come ha detto Damiano Tommasi a nome dei giocatori, senza privilegi odiosi. Perché se non abbiamo tamponi e test sierologici per medici o infermieri o anziani e invece li troviamo per i calciatori, eh, ti assicuro che finisce male. La gente ama il pallone, ma come diceva Totò ogni limite ha una pazienza, eh”.

    In ogni caso tutto sarà a porte chiuse.
    “Giustamente. Ricordi? Ne parlammo qui già due mesi fa, all’inizio della tragedia. Non è la stessa cosa, il pallone senza pubblico. Ma tanto, anche a spalti deserti, lo scudetto lo vincerà meritatamente la Juve”.

    Chissà Lotito, voleva giocare già un mese fa.
    “Beh, arriverà secondo e amen. Ma a proposito di porte chiuse, fammi evocare Carletto Leclerc”.

    Il ferrarista?
    “Lui. Sai che la Formula Uno è messa come il calcio. Non può gettare la spugna perché deve badare ai diritti televisivi ma se e quando dovessero tornare i Gran Premi, zero pubblico. Ne ho parlato l’altro giorno con Leclerc. Sai, lui l’estate scorsa ha trionfato a Monza in un delirio di folla. Mi ha detto: sentivo sotto il casco il boato dei tifosi ed è stata una sensazione indelebile, qualcosa di magico ma pur di battere ancora Hamilton sono pronto a correre nel deserto”.

    E’ lo spirito giusto.
    “Sì, purtroppo sì. Anche a porte chiuse, nello sport vince sempre il più forte”.

    Nel nostro caso, la Juve.
    “Esatto. E lasciami aggiungere una cosa, a proposito del silenzio. Fanno cinquant’anni dallo scudetto storico del Cagliari e tutti lo abbiamo rievocato. Gigi Riva era uno che parlava poco, esattamente come un altro italiano del Nord innamoratosi della Sardegna, il grande Fabrizio De Andre’, altro che non amava le chiacchiere. Si conobbero, si incontrarono una volta sola, rimasero legati. Erano amici fragili e così si intitolerà il prossimo spettacolo teatrale di Federico Buffa, con regia di Marco Caronna. Riapriranno pure i teatri, un giorno!”.

    In questo mare in tempesta sono i ricordi a tenerci a galla.
    “Anche. I ricordi e i rimpianti. Abbiamo appena perso una bella persona come Giuseppe Gazzoni Frascara. Io sono emiliano e ti assicuro che il suo Bologna era un gioiello di passione. A lui dobbiamo il prolungamento della carriera di Roberto Baggio: non si fosse rigenerato sotto le Due Torri nel 1997-98, beh, il Codinoavrebbe smesso prima. E ci saremmo persi tanto”.

    Pensi anche tu, come tanti, che Gazzoni Frascara sia stato, nel calcio, una vittima di un potere marcio?
    “Assolutamente si “.

    di ​Daniela Bertoni

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