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  • Fiorentina, è una crisi a 360°: tutti i dettagli

    Fiorentina, è una crisi a 360°: tutti i dettagli

    • Luca Cellini
    Dalla gara più bella della stagione al momento più delicato nei quasi tre anni di gestione tecnica di Vincenzo Montella. Nelle ultime due gare la Fiorentina ha compromesso la propria corsa alla conquista del terzo posto e gettato al vento di giocarsi la seconda finale consecutivo di Coppa Italia. Ecco un’analisi dettagliata del momento in casa gigliata per capire i mali che stanno affliggendo il mondo viola.

    Crisi psicologica: la gara contro la Juventus è stata preparata in maniera superficiale a livello mentale e ha portato un contraccolpo nelle teste degli uomini che frequentano lo spogliatoio gigliato che ha lasciato danni evidenti palesati nella sconfitta di ieri. Si è pensato di cancellare la differenza tecnica con i bianconeri con un turnover massiccio ma le risposte sono state sbagliate. Il primo responsabile, soprattutto in questo ambito è Vincenzo Montella, allenatore giustamente elogiato fino ad oggi per la capacità di presentare una squadra di fatto sempre competitiva, ma che ogni qualvolta ha dovuto dimostrare di far fare il salto di qualità definitivo ai propri uomini, ha sbagliato l’approccio prima psicologico e poi tattico. Si palesa nel gruppo capitanato da Manuel Pasqual la mancanza di un uomo, un leader, capace di trascinare il resto dei compagni nei momenti più difficili, con black out sempre più ravvicinati e preoccupanti (Lazio-Fiorentina 4-0, Fiorentina-Juventus 0-3, Napoli-Fiorentina 0 a 3).

    Crisi fisica: la sosta del campionato a fine marzo per gli impegni delle nazionali, invece di permettere alla squadra di ricaricare le batterie, ha stoppato l’onda d’urto muscolare della squadra viola che si è illusa dopo il successo contro la Sampdoria e che invece ha messo in evidenza nelle ultime due gare deficienze evidenti: i giocatori gigliati corrono forse molto ma lo fanno male, senza costrutto, e con troppi momenti di vuoto. Difficile elencare negli ultimi 180 minuti atleti della Fiorentina che si siano messi in evidenza per brillantezza e capacità di trasformare la fase difensiva in giocate offensive pericolose. Qualcosa durante il periodo senza match ufficiali deve essere stato sbagliato perché si sono palesati una serie di infortuni e ricadute che non si erano mai verificati da inizio anno,ì e tutto nel momento topico della stagione.

    Crisi tecnico-tattica: la grande abilità di Montella era stata di dare un marchio di fabbrica delineato alla sua Fiorentina fino a fine marzo scorso. Dopo la gara perfetta contro la Sampdoria, sono state sbagliate le scelte iniziali e tardivi i cambi contro la Juventus e si è optato per giocatori dal 1’ contro il Napoli, che poi già all’intervallo hanno dimostrato di non meritare tanta fiducia (Ilicic, Richards, Kurtic, tanto per fare dei nomi). A discapito del tecnico, stanno emergendo certe manchevolezze nella rosa gigliata che erano chiare già alla chiusura del mercato di gennaio scorso, al netto dell’ottimo rendimento di Salah nel suo primo mese e mezzo italiano: assenza di un vice Pizarro, di un paio di esterni abili anche in fase difensiva, di un centrocampista di interdizione e qualità. Bocciati gli arrivi invernali di Gilardino, Diamanti e Rosi visto il loro scarso minutaggio nell’ultimo mese di partite.

    Crisi societaria: la dipartita di Eduardo Macia è stata fin troppo celere (Andrea Della Valle nel post gara contro il Milan aveva detto che avrebbe affrontato la questione della possibile partenza del proprio direttore tecnico solo a fine stagione, ndr) e questo sicuramente qualche conseguenza e riflessione nello spogliatoio l’ha portato. Tanti giocatori arrivati a Firenze per merito del direttore tecnico gigliato hanno perso un punto di riferimento importante e fondamentale nel giorno dopo giorno, in quei momenti di confronto che un calciatore deve avere con un dirigente. La società gigliata ha sottovalutato i tempi di show down del proprio ex d.t., e ha pensato che bastasse ad annata in corso richiamare il team manager in funzione fino all’anno scorso per sopperire alla partenza del dirigente spagnolo.

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