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  • Tutti i meriti di Pioli nel primato da sogno del Milan

    Tutti i meriti di Pioli nel primato da sogno del Milan

    • Daniele Longo
    Nell'anno solare 2020  che sta volgendo al termine nessuna squadra ha fatto tanti punti quanti quelli del Milan in A: 79, ben 6 in più rispetto all'Inter seconda. Segna almeno due gol da sedici partite consecutive, Stefano Pioli ha anche stabilito  la miglior partenza di sempre, per il Milan nell'era dei tre punti: meglio rispetto a grandi del passato come Ancelotti, Capello e Allegri. Ha mandato in rete ben 15 giocatori diversi in campionato, una cooperativa del gol che spesso non ha fatto sentire più di tanto l'assenza di un giocatore fondamentale come Zlatan Ibrahimovic. Non perde dall'8 marzo e da allora ha messo assieme una striscia di 26 risultati utili.


    A LEZIONE DA PIOLI - Gli allenatori sono spesso inquadrati all'interno di una categoria. Ci sono profeti, i visionari, gli sperimentatori, gli scienziati e i gestori. Quest'ultima ha spesso un'accezione negativa, viene spesso utilizzata per rappresentare un limite. Stefano Pioli oggi, così come Massimiliano Allegri in passato, rappresenta invece  la massima esaltazione del termine gestore: non è legato insindacabilmente a un solo modulo tattico, riesce a lavorare bene in sinergia con l'area dirigenziale e valorizza l'intera rosa a sua disposizione. I suoi ragazzi lo seguono con attenzione e dedizione, pronti a migliorarsi giorno dopo giorno grazie ai suoi consigli e i suoi suggerimenti dal punto di vista tecnico-tattica. E nello spogliatoio ha saputo creare un clima sereno, dove tutti sono pronti a sacrificarsi per il compagno e lottare fino all'ultimo minuto utile di ogni partita. Un maestro della normalità che di questi tempi vale ancora di più rispetto al passato. 

    LE VITTORIE PERSONALI - Stefano Pioli, in 4 mosse, ha cambiato il Milan: è passato al 4-2-3-1 mettendo Kessie da mediano e Calhanoglu trequartista, ovvero nei ruoli dove riescono a esprimere il loro potenziale al massimo. Ha lavorato e insistito su Saelemaekers da esterno alto, lui che nasce terzino, e ora si trova un giocatore in grado di dare un equilibrio straordinario alla squadra. La scelta di affidare la leadership della difesa a Simon Kjaer, preferito in tempi non sospetti all'ex titolare Mateo Musacchio, si è rivelata una intuizione estremamente produttiva. E' stato bravo a creare un rapporto straordinario con Ibrahimovic, guadagnando la sua fiducia incondizionata e convincendolo a rinnovare il contratto la scorsa estate. 


    PROBLEMI SUPERATI - Guardando la carriera di Stefano Pioli, a livello numerico, la migliore stagione è  stata la 2014-15. Allora era alla guida della Lazio e chiuse il campionato al terzo posto con 69 punti frutto di 21 successi, 6 pareggi e 11 sconfitte: 1,82 la media punti a incontro. Adesso sta riscrivendo la sua storia: con 34 punti in 14 giornate (10 successi, 4 pareggi e 0 sconfitte: media di 2,42 punti a incontro) la sua partenza è perfetta. E ha ottenuto questi risultati rinunciando per ben 8 volte a Zlatan Ibrahimovic. All'assenza dello svedese si sono aggiunte a turno quelle di Simon Kjaer, Matteo Gabbia, Ismael Bennacer, Ante Rebic e Franck Kessie. Ma il tecnico emiliano non si è mai lamentato, non ha cercato alibi e non ne ha forniti ai suoi giocatori. Un modus operandi in controtendenza con alcuni suoi illustri colleghi italiani. Ai problemi ha cercato e trovato sempre delle soluzioni, vincendo lo scetticismo iniziale dei propri tifosi che ora vedono in lui il condottiero perfetto per rincorrere il sogno scudetto. 

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