Calciomercato.com

  • Romamania: De Rossi, poeta in balia dei tormenti dell'amore. Pallotta, non ne combini una giusta

    Romamania: De Rossi, poeta in balia dei tormenti dell'amore. Pallotta, non ne combini una giusta

    • Paolo Franci

    Certo non intendeva questo, James Pallotta, quando, nel settembre 2014, dichiarando di essere “sempre stato tifoso della Roma”, prometteva fama mondiale per il suo club. E già, perchè quegli striscioni in favore di #DDR, Daniele De Rossi, continuano a sbucare un po' dappertutto. Cioè in realtà sono striscioni di insulti a Pallotta e alla dirigenza nella maggior parte, modalità che non condivido affatto - l'educazione resta un gps ineludibile -  ma evidentemente termometro della situazione.

    Addirittura nella tana del 'nemico', la Juve - sportivissimo e molto bello l'omaggio a Daniele dei tifosi della Juve, complimenti -  eppoi a Londra, Parigi, Copenaghen, Sidney, Miami, Tunisi, New York, Los Angeles, fino a Boston, là dove vive il presidente romanista.

    Ora, vorrei esprimermi sul 'come' e sul 'cosa'.

    Premessa: raramente ho avuto un debole per qualche giocatore di calcio, perchè aldilà delle passioni personali, conta il mestiere innanzitutto. E' fondamentale mantenere distacco per fare un buon lavoro. Per DDR però, lo ammetto, ho sempre avuto un debole. Più per lui, decisamente, che per Totti. Mi ha appassionato quel suo modo di lacerarsi per la Roma. Quel suo vivere ogni vittoria non come la celebrazione di una gioia, ma come l'aver scampato un dolore acuto per lui, la Roma, i romanisti. L'ho sempre visto come uno di quei poeti in balia ai tormenti dell'amore. Un poeta, però, prigioniero in un corpo da vichingo. Le apparenze che ingannano, insomma.

    E ora arrivo al 'come' e 'cosa'.

    Prima il 'cosa'. Sono stato tra i primi a criticare il 'trascinarsi' del fine carriera di Totti. E non avrei voluto la stessa cosa per De Rossi. Un contratto a gettone? Perchè no. E se De Rossi avesse deciso di andare a fare un'esperienza all'estero negli States magari (non a Boston per carità...), alla sua età, sarebbe stata cosa che dispiace ma nelle cose della vita e della carriera. Chi avrebbe avuto da ridire? Sarebbe bastato gestirla. Come ha fatto la Juve con Buffon, ad esempio. E invece.

    Il 'come'. E' sotto gli occhi di tutti. Se l'avessero studiato a tavolino un modo così tragico di gestire la cosa, non l'avrebbero concepito così bene. E alla fine, una cosa che poteva essere normalissima  - e cioè il distacco da un giocatore di 36 anni - è diventato un boomerang come ne ho visti raramente. A tutto questo, si aggiungono le picconate dall'interno di Claudio Ranieri che hanno messo a nudo errori e situazioni. Quegli errori - dalle cessioni di giocatori di riferimento nello spogliatoio, alla leggerezza con cui sono stati acquistati giovani senza un'idea tattica (i troppi trequartisti) e ancora acerbi, al modo in cui è stata smantellata una squadra che aveva strabiliato nell'Europa che conta -  adesso pesano sul futuro della Roma. Quanto? Ci vorrà tempo per scoprirlo. Io sono un ottimista professionista, ma guardando al quadro generale, faccio fatica a non cedere al pessimismo.

    P { margin-bottom: 0.21cm; }

    Altre Notizie