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  • Udinese:| Alla ricerca dell'identità perduta

    Udinese:| Alla ricerca dell'identità perduta

    Appare quasi strano che adesso inizi ad emergere la eterogeneità dell’Udinese degli stranieri. Del resto questo è un problema vecchio che però la società per anni ha gestito bene. Forse anche grazie a uno staff (Amoroso ha ricordato per esempio Causio) capace di saper tenere a freno le esuberanze giovanili, indirizzandole verso l’obiettivo sportivo.


    Inevitabile anche non abbinare, quindi, questa crisi al ‘Progetto Academy’, legato a doppio mandato a quel ‘Progetto Udinese che oggi come oggi sembra una parola senza molto senso.
    Che gestire culture e lingue diverse non è la scoperta dell’acqua calda: la nuova gestione Guidolin, forse, non aveva preso in considerazione un possibile rifiuto psicologico ai nuovi metodi. Il mister più volte ha già affermato che sta trovando difficoltà nel trasmettere la sua ‘filosofia di calci’ che si traduce con vita da atleta dentro e fuori dal campo, disciplina e autodisciplina (se Sanchez o Isla dopo 3 anni non parlano italiano manca sia l’una che l’altra) e attaccamento alla maglia che non è una parola senza senso per Guidolin. Anzi, è l’emblema di tutto: non è solo parlare da bianconero è sentirlo addosso. Per rispetto e per dovere.

    Forse la società da quando ha iniziato, negli ultimi anni, a parlare solo come di ‘trampolino di lancio’ di questa Udinese ha aiutato i giocatori ad adagiarsi in un ambiente che non crea tensioni.

     

    Intanto tutti chiedono unità e compattezza. Giusto, visto che come Di Natale stesso ha detto, quest’anno è davvero dura. E se lo dice lui...
    Peccato che la squadra oltre ai problemi di amalgama, di recepimento dei modi del tecnico, degli infortuni e di tutto quello che ci volete è anche stata costruita male. E questa colpa è solo della società.
    Tutti sperano che Guidolin trovi al più presto la chiave di volta quel pezzo che tiene in equilibrio tutta la struttura, che per ora traballa dappertutto: la difesa è disattenta, la mediana non aggredisce come dovrebbe e l’attacco segna col contagocce.

    A Bologna si è giocato bene, vero, ma alla fine si sono presi due gol. Il punto sta qui: l’Udinese deve smettere di subire perché non ha i mezzi per ora di metterne dentro 3 a partita.
    Del resto, come detto, i problemi del mercato stanno emergendo con brutale veemenza. Si è giocato, con apparente successo, per tutta l’estate con un modulo (il 4-2-3-1) perché si pensava ad una squadra. Poi la svolta e la cronaca che non occorre ricordare ancora. 
Le fasce sono rimaste palesemente le stesse che da tempo si criticava perché non avevano gli uomini adatti per sviluppare un gioco: da quanto tempo l’Udinese non conquista il fondo con una manovra ariosa per poi crossare in mezzo?
La difesa, una delle peggiori della A, non solo non è stata rinforzata ma, anzi, si stava vendendo Coda se non avesse rifiutato.
    I nuovi intanto devono integrarsi e questo non può essere un processo veloce.

    Una volta c’erano poi compagni che sapevano subito indirizzarli per esperienza e valori di cui abbiamo accennato. Un Sensini oggi come oggi non c’è o ce ne sono troppo pochi.
    Un doppio problema per il tecnico che necessita anche di supporto dai giocatori.
    Non rimane dunque che pensarla alla Di Natale: "Chi parte forte poi non si sa come va a finire. Non voglio gufare. Pensiamo a noi stessi".
    Per ora occorre essere così: un po’ fatalisti e un po’ ciechi, perché se si guarda la classifica è peggio.
    Intanto a Genova non  è facile non solo per tutti i problemi che l’Udinese ha, ma perché tradizionalmente e oggettivamente la Samp oggi è superiore.
    Palombo e Ziegler non stanno bene e questo problema per Di Carlo, che ritrova Cassano, potrebbe pesare.
    La Samp però non è squadra che attacca dal primo minuto. Pressa e copre gli spazi, come è nel Dna del tecnico. Il Chievo aveva una difesa di ferro e questa Samp sta cercando di fare lo stesso. Inoltre, nonostante un avvio non fulminante, ha nelle gambe la spinta di una preparazione cominciata in anticipo e che, in teoria, potrebbe essere un vantaggio.
    L’Udinese non può che rispondere con la squadra di Bologna: ha fatto bene e può, anzi deve, solo migliorarsi.

    Guidolin però non rinnegherà mai la voglia di avere una squadra che attacca sempre. Attenzione perché occorre accontentarsi anche di muovere la classifica, non necessariamente di abbuffarsi. Ovviamente si deve volere la vittoria, ma viste le condizioni non è il caso se non arriva di ostinarsi, regalando magari calci piazzati su contropiede.
    La squadra quindi sembra fatta: i dubbi potrebbero stare davanti dove Sanchez potrebbe giocare da trequartista al posto di Abdi. Ma deve sacrificarsi molto e imparare a giocare il pallone senza troppi fronzoli. E’ un ruolo che necessita di velocità d’esecuzione e fantasia. La seconda qualità è indubbia nel cileno.

    Per il resto non ci dovrebbero quindi essere novità, se non lo spostamento a sinistra di Domizzi (a Brescia ha giocato spesso in quella posizione)  e l’inserimento di Coda.
    Oggi la rifinitura per entrambe: ma le risposte sulle formazioni arriveranno, probabilmente, solo domani all’annuncio dello speaker.


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