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Udinese e Fiorentina troppo simili per farsi male, Chiesa meglio da esterno che da attaccante puro

Udinese e Fiorentina troppo simili per farsi male, Chiesa meglio da esterno che da attaccante puro

  • Alberto Polverosi
    Alberto Polverosi
Le vittorie pomeridiane di Sampdoria e Genoa avevano messo Udinese e Fiorentina nella condizione di non poter sbagliare. E forse non c'era nemmeno bisogno di quelle due vittorie, di quel salto in avanti delle genovesi perché Udinese e Fiorentina si affrontassero con così tanta cautela. Non sono due squadre nate per attaccare, ma per controllare. L'effetto-acquario dello stadio deserto, col tonfo sordo come ogni volta che il pallone veniva calciato con violenza, con l'eco delle urla dei giocatori in campo e in panchina, ha fatto il resto. Primo tempo grigio, a ritmo lento, senza accelerazioni e con una sola occasione per parte, il colpo di testa di Okaka alto di niente (controllo sbagliato di Caceres, che per il resto ha marcato bene l’attaccantone bianconero) e il palo di sinistro di Milenkovic (dopo un’azione da angolo con errore nel rinvio di Nuytinck). Milenkovic era stato l'autore del gol della vittoria viola all'andata.

STESSO SISTEMA - Era 3-5-2 da una parte e 3-5-2 dall'altra, così da formare duelli diretti. In mezzo al campo erano di fronte gli unici due creativi delle due squadre, De Paul e Castrovilli, al centro Jajalo e Badelj, un po' più in là Mandragora e Duncan, sugli esterni Lirola contro Sema e Stryger Larsen contro Igor, schierato sulla fascia sinistra per la squalifica di Dalbert. Nei primi 45' i friulani hanno prevalso sui viola, soprattutto De Paul, sempre al centro della manovra, ha emarginato Castrovilli, ma anche Mandragora ha creato più situazioni pericolose (il cross per l'occasione di Okaka era suo) di Duncan. Al centro, Badelj ha sbagliato molto (comprese due punizioni che, nelle intenzioni, dovevano essere schemi e nella realtà sono stati due palloni regalati all'Udinese). Davanti, rispetto a Chiesa e Vlahovic hanno lavorato di più gli attaccanti bianconeri, che ripiegavano subito appena la loro squadra perdeva palla. Non a caso l'unico ammonito del primo tempo è stato Nestorovski per un fallo poco oltre la sua area di rigore su Badelj. Vlahovic non si è mai visto, Chiesa invece si è notato quando ha allargato le braccia rimarcando così un errore in uscita di Duncan e quando ha protestato (e per questo ripreso da Fabbri) per un leggerissimo tocco con un braccio in area friulana da parte di Mandragora.

IACHINI CI HA PROVATO - Il secondo tempo è stato un po' più vivace, all’inizio per merito dell'Udinese con tre conclusioni nei primi 6'. Era il periodo migliore di De Paul, che poi è calato. Dopo un'ora di partita, la Fiorentina è cresciuta e ha spinto indietro l'Udinese. Gotti ha capito il momento della sua squadra e l’ha rinfrescata prima con Lasagna (al posto di Nestorovski) e poi con Fofana (al posto di Jajalo) che ha dirottato Mandragora al centro. Ma la Fiorentina non ha mollato e Iachini, come aveva fatto con successo contro il Milan quando la sua squadra era in 10, ha aumentato il peso dell'attacco: fuori Igor, dentro Cutrone, Chiesa esterno destro e Lirola esterno sinistro. Dopo questo cambio, i viola hanno avuto tre nitide occasioni, con Duncan che ha sbagliato il controllo della palla davanti a Musso (era stato Badelj, alla sua prima e unica intuizione seguita dal suo primo e unico passaggio giusto, a metterlo davanti alla porta friulana), la seconda con Badelj che, in piena area, poteva/doveva tirare invece ha tentato un assurdo passaggio intercettato (la palla-gol era di Cutrone), la terza di Chiesa che ha finalmente centrato la porta, ma Musso ha respinto. Forse è un caso, ma da attaccante puro Chiesa non era mai stato pericoloso, da esterno sì.

POCO ATTACCO - La sensazione finale era quella di due squadre che hanno giocato dentro i propri limiti, senza mai forzarli se si esclude l'ultimo quarto d'ora a trazione anteriore dei viola. L'Udinese è rimasta senza segnare per la quarta volta nelle ultime 6 partite di campionato e questo dato spiega la natura dei friulani, mentre la Fiorentina ha concluso appena 9 volte, solo contro l'Atalanta (8) aveva fatto peggio. Per il momento questo pareggio mette le due squadre al riparo da pericoli imminenti: nella caotica classifica attuale, la Fiorentina è 13° con 30 punti, uno in più del Sassuolo (che ha però due partite in meno), 2 in più dell'Udinese, 3 in più del Torino (una partita in meno), 4 in più della Sampdoria (una partita in meno), 5 in più di Genoa e Lecce ed è da queste due squadre che, come l'Udinese, dovrà guardarsi.

IL TABELLINO

Udinese-Fiorentina 0-0

 
Udinese (3-5-2): Musso; Becao, Ekong, Nuytinck; Stryger Larsen, De Paul, Jajalo (25’ s.t. Fofana), Mandragora, Sema (37’ s.t. Zeegelaar); Okaka, Nestorovski (17’ s.t. Lasagna). All. Gotti.
 
Fiorentina (3-5-2): Dragowski; Milenkovic, Pezzella, Caceres; Lirola, Duncan, Badelj (42’ s.t. Pulgar), Castrovilli, Igor (27’ s.t. Cutrone); Chiesa, Vlahovic. All. Iachini.
 
Arbitro: Fabbri di Ravenna
 
Ammoniti: 18’ p.t. Nestorovski (U), 32’ s.t. Sema (U)
 

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