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  • Udinese:| Vecchie ruggini, vecchi timori

    Udinese:| Vecchie ruggini, vecchi timori

    sconfitta di Catania fa tornare in mente qualche vecchio sospetto su una Udinese che, comunque la si veda, deve sempre e comunque guardare alla classifica prima di tutto. La lavagna di Guidolin rimane ferma, la classifica si accorcia. Mentre i bianconeri tornano a mostrare vecchi difetti.
    In difesa si torna a traballare e già col Cagliari c’era stata qualche avvisaglia pericolosa. La conferma al Massimino che fa capire che c’è molto da fare e che questa squadra nel suo DNA ha distrazioni pericolose sempre presenti.


    Distrazioni che nascono, spesso, quando si sente la sirena del mercato risuonare: l’Inter da una parte, lo United dall’altra. Vecchie voci, forse solo chiacchiere, dove la società appare però ambigua. Da una parte dice che fino a  giugno nulla si muove ma tra le righe si legge spesso che qualcuno se arriva l’offerta giusta può andare via. Il lavoro di Guidolin così diventa ancora più complicato.

    A Catania lo stesso tecnico cade però nella trappola del nervosimo e della confusione: si sa che vive le partite intensamente ma in questo caso, al di la del risultato,  non c’erano presupposti particolari per farsi cacciare. Anzi doveva prendere esempio da Giampaolo che, con calma dopo un avvio sofferto, ha cambiato torvando quadratura e la fortuna dell'episodio vincente. Il calcio è questo.

    Non parliamo poi di Pasquale: inqualificabile un giocatore che si fa espellere dalla panchina  dopo tanti anni d’esperienza in A. Una cosa el genere merita anche una multa dalla società: essere arrabbiati per decisioni contrarie è normale, ma lasciarsi andare è sinonimo di immaturità. Anche perché all'Udinese la giustizia sportiva, lo si è già visto, non è ugual per totti, pardon per tutti. E perdere una pedina di questi tempi è sempre rischioso.

    A Catania, insomma, sono riemersi vecchie ruggini che sembravano allontanate dai sei risultati utili.

    Ma la A non perdona e ora il Lecce torna a diventare una gara importantissima: anche perché poi Roma e Napoli non sono di certo parrtite che si possono considerare facili.
    Ma è inutile fare questi discorsi. L’Udiense ha dimostrato splendide cose contro il Palermo, ma ha saputo mostrare anche gare brutte come a Brescia. E’ ancora un’incompiuta, questa è la realtà.

    Vuoi per la mancanza di alcuni uomini (e le assenze a Catania si sono fatte sentire), vuoi per un mercato che ha trascurato alcuni aspetti portando surplus in avanti dove Sanchez è ancora un diamante grezzo, vuoi per una immaturità radicatasi negli anni scorsi ancora non estirpata evidentemente.

    Tornando al cileno, anche a Catania sembra poter spaccare il mondo ma poi o non trova il compagno giusto che capisce le sue intenzioni o comunque non concretizza. Se ci aggiungiamo un denis palesemente fuori condizione e un Floor ancora in cerca di posizione si capisceche tutto gira sempre, ancora, attorno a Di Natale, guarda caso assente. Il capitano tra alti e bassi è l'unico che sa dettare legge in avanti e la sua ssenza si è sentita, più di quanto si creda dopo averlo visto in campom col Cagliari. Ma è normale che anche lui abbia cali: l'età non è quella di una volta e il Mondiale da molto ma toglie forse troppo. Chiedere a Asamoah conferme.

    Vecchi discorsi anche questi che, ovviamente, quando si perde riemergono perché la quadratura in Sicilia sembra essersi persa. Può essere solo un capitombolo ma può anche essere che gli avversari dopo aver capito che l’Udinese gioca in una determinata maniera stanno prendendo le misure. In fondo il 3-5-2, duttile quanto si vuole, ha quegli uomini chiave: controllati questi tutto doventa più facile. Cagliari e Catania possono far pensare anche a questo. A Guidolin e soprattutto ai suoi il compito di smentire a partire da domenica. Con l'obiettivo 40 punti sempre bene impresso in tutti i protagonisti.

    Concludiamo con la a: il Milan diventa capolista, tra il gruppone dove c'è l'Udinese e la zona Europa ci sono 5-6 punti, idem per la zona rossa. Insomma questo per dire che mai come oggi il campionato è livellato e nessun avversario si può considerare facile. Chiedere alla Lazio conferme.


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