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  • Udinesemania: il progetto aggiornato è di vincere il prossimo campionato

    Udinesemania: il progetto aggiornato è di vincere il prossimo campionato

    • Kevin Locatelli
    Amarezza, ma neanche tanta, un po' come per la Nazionale italiana c'è bisogno di un disastro per iniziare a vedere chiaro nelle cose. La partita contro il Crotone è stata l'immagine evidente del malcontento dell'ambiente, che già a fine primo tempo aveva una voglia matta di contestare. Quando si culla questo tipo di sentimento da non poterlo contenere perlomeno fino al novantesimo, vuol dire che va sfogato e si accettano le conseguenze.

    Non è filosofia, ma la semplice constatazione della partita e della strana simbiosi con il pubblico. A inizio gara i tifosi erano calorosi e si respirava l'aria dell'impresa ma tutto si è esaurito al gol di Lasagna. L'immediata risposta di Simy ha portato mugugni e un calo nell'incitamento, che già nell'intervallo era sfociato nel coro: “se non vincete non uscite”. Difficile ripartire così, però nel corso della seconda frazione il pubblico si è lentamente riscaldato e ha ricominciato a sostenere e con loro ha ricominciato a rendersi pericolosa anche l'Udinese. Ma il tutto si è chiuso con il gol di Faraoni e la contestazione.

    L'ovazione all'uscita dal campo dell'ex Faraoni e gli applausi di tutto lo stadio al Crotone, che festeggia con i suoi tifosi, meriterebbero pagine di approfondimento. Talvolta anche il marcatore non è casuale e ripescando un vecchio capitolo “fiducia” la società potrebbe iniziare a porsi le prime domande. Nella settimana in cui Gino Pozzo ci ha messo la faccia, ammettendo la strana “non notizia” che il procuratore Vagheggi è a libro paga dell'Udinese. Poi ognuno può fare i suoi ragionamenti, però è una notizia particolare data in questo momento, che consente a tutti non solo addetti ai lavori di farsi una propria visione complessiva quando si parla di problemi della società.

    Ma voltiamo pagina, questa squadra allo stato attuale ha ampiamente dimostrato di non meritare la permanenza in serie A. Non parlo di valori dei giocatori o del tecnico, ma di un complesso di qualità che nell'insieme compongono il concetto di squadra. A questo punto diventa quasi auspicabile una ripartenza da un campionato inferiore, che potrebbe gettare le basi e consentire a tutti di guardare ai propri errori. Un giocatore come Scuffet potrebbe tornare al centro del progetto e il rapporto con i tifosi potrebbe essere ricostruito considerando anche le loro priorità.

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