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  • Ulivieri per CM: 'Così si batte Sousa'

    Ulivieri per CM: 'Così si batte Sousa'

    Che belle partite! E quanta roba sul piano tattico: roba da becco fino. Ma che sia diventato un gran campionato non deriva dal fatto che si ritrovano al vertice, racchiuse in un fazzoletto, le squadre importanti: Inter, Napoli, Roma, Fiorentina, Juve che sta arrivando, Lazio, e forse il Milan; e  dal fatto che ci sia incertezza.
     
    LA SFACCIATAGGINE - Secondo me, la bellezza si origina dalla prestazione di altre squadre, meno titolate, che hanno messo in croce squadre importanti a casa loro. L’Udinese a Napoli ha disputato una grande gara, forse la migliore del campionato e nell’ultima mezzora ha messo alle corde gli azzurri. Il Napoli che ha una buona struttura difensiva, organizzata dal lavoro di Sarri, ha vacillato e subito palle gol importanti. Ci sta un periodo di gara sottotono, ma va considerata anche la bravura degli avversari, che nella parte finale della gara hanno rubato l’idea al Napoli e hanno imposto gioco. L’Atalanta contro il Milan è stata ancora più sfacciata: dopo un primo tempo alla pari, ha preso in mano la gara e ha schiacciato il Milan nella propria metà campo; così ai rossoneri è rimasto solo qualche timido contropiede. 
     
    ALTRO CHE PICCOLE - E cambiato il mondo? forse, perché è cambiato il modo di affrontare le grandi e non si pensa più: “Dio ce la mandi buona”. Si va a giocare e se si riesce si va a giocare nella metà campo delle grandi. Che il nostro calcio sia cambiato e stia cambiando lo dicano realtà come Udinese, Torino, Atalanta, Empoli e soprattutto il Sassuolo. 
     
    NON SOLO CONTROPIEDI - Pressing e ripartenze, chiusi e contrattacco; alla fine era puro contropiede. Sta succedendo che i maestri del contropiede si mettono a giocare a pallone. E allora il mestiere delle “grandi” diventa più difficile. 
     
    CHE SARTORIA - La Fiorentina è un capitolo a parte. Solo arretrato di una partita perché non ho visto quella di due domeniche fa alle 12.30. (Le partite delle 12.30 non vanno guardate. La Fiorentina ad oggi è stata studiata poco e i vantaggi tattici che i viola si stanno prendendo sono enormi. Intanto gli avversari non trovano mai lo stesso film: ad ogni partita uno spettacolo diverso che cambia anche all’interno della gara stessa. 
     
    La Fiorentina poco studiata, studia molto gli altri e di volta in volta cuce abiti fatti a misura per gli avversari. Ogni partita un vestito nuovo: per andare ad incidere sui livelli individuali, proprio dove ci possono essere punti di netta superiorità (contro la Sampdoria il duello Bernardeschi-Pereira) e per creare superiorità in zona palla (di solito la zona preferita è quella sotto la prima punta, che spesso va ad attaccare la profondità e si tira dietro i difensori centrali): la vanno a giocare di solito le due mezzepunte, ultimamente Borja Valero e Ilicic. Spesso il modulo è 1-3-4-2-1, che può diventare 1-4-4-1-1 o 1-3-4-1-2. 
     
    TATTICA ANTI-VIOLA - Quando cominciai io con l’1-3-4-2-1 gli avversari dopo un po’ trovarono la soluzione mettendosi con la difesa a quattro e due centrocampisti centrali davanti alla difesa ad assorbire i tagli dentro delle mezzepunte. Chi gioca contro la Fiorentina lo sta cominciando a fare. I viola così, che adoperavano spesso il passaggio diretto difensore centrale-mezzapunta, hanno cominciato ad usare il cambio gioco difensore centrale-esterno di centrocampo, Astori per Bernardeschi. Cose già viste, per carità, il Napoli di Mazzarri lo faceva con Aronica che cambiava gioco per Maggio. Tanta roba però. 
     
    PREVISIONI - E quando gli avversari, oltre a tenere i centrali di centrocampo più bassi, cominceranno a tenere i difensori laterali più aperti per assorbire il cambio gioco? Staremo a vedere. 
    Qualche anno fa, alla scuola allenatori di Coverciano, facendo una previsione sugli sviluppi futuri del calcio, parlai di flessibilità tattica: É quella della Fiorentina, flessibilità con giocatori duttili. Che la strada sia questa? Capite bene che per me guardare la Fiorentina è una goduria. Ma di domenica alle 12.30 non la guardo. 

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