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  • Ulivieri per CM: 'Mihajlovic, le domande del c...o sono un privilegio'
Ulivieri per CM: 'Mihajlovic, le domande del c...o sono un privilegio'

Ulivieri per CM: 'Mihajlovic, le domande del c...o sono un privilegio'

  • Renzo Ulivieri
Inutile negarlo: il problema esiste. Ed esiste perché il mondo è cambiato. Nell’antichità (perché quindici anni nel mondo del calcio rappresentano un’era), i rapporti tra allenatore e stampa erano diversi, spesso più confidenziali e le stesse espressioni usate oggi, al tempo risultavano battute tra vecchi amici. Ma è cambiato il mondo e sono cambiati i rapporti. Adesso c’è quel tavolo di mezzo… Che all’apparenza pare abbia poca importanza e che invece cambia drasticamente le cose. Allenatori e giornalisti divisi da un tavolo, come a tenere le dovute distanze. E allora aumenta anche la diffidenza, cambiano i toni e - qualche volta - si arriva anche allo scontro. 

DOBBIAMO MIGLIORARE - Indispensabile prende atto di tutto questo, noi allenatori dovremmo capirlo nonostante tutto. Nonostante il passaggio tre le tante televisioni e ancora più radio, nonostante la conferenza stampa finale. Il percorso è tortuoso, i tempi (sono cambiati anche quelli rispetto al passato) assolutamente dilatati. Riconosco che è difficile rispondere per quattro o cinque volte alla stessa domanda e rimanere freddi, ma bisogna riuscirci. Ma attenzione, non per il discorso del “siete pagati lo stesso”, che poche volte tiene conto della sensibilità altrui. Però i fatti di quest’ultimo mese ci portano a considerare che si debba migliorare sotto l’aspetto della comunicazione con il mondo esterno. Ne abbiamo preso coscienza, tant’è che nel prossimo aggiornamento, in occasione della panchina d’oro, una parte dell’incontro sarà dedicata al rapporto tra allenatori e media. Ci faremo aiutare da uno specialista in materia, perché non bisogna considerare gli organi di stampa come nostri nemici. 

CHE PRIVILEGIO - É importante capire che tutto cambia anche a seconda delle piazze: ognuna ha la sua cultura ed il proprio modo di vivere il calcio: si può passare dal Livorno alla Pistoiese, dalla Reggina al Napoli e poi finire all’Inter. Il terreno verde  sempre lo stesso, i problemi tattici anche. L’ambiente esterno no, quello è diverso ed ognuno richiede un approccio specifico. In conclusione, a noi spetta anche rispondere alle domande del cazzo (semmai lo fossero). Altrimenti sarebbe troppo facile. Solamente nei salotti politici ed in conferenze stampa di governanti si possono scegliere le domande. Noi, per fortuna, non possiamo farlo e questo lo considero un grande privilegio. 

E DOVE VAI A FARE LA DOCCIA? - E permettetemi un’ultima riflessione sul rapporto allenatore-calciatore: molto tempo fa, in occasione di una finale del Torneo di Viareggio, un mio calciatore (al quale ho voluto e voglio ancora molto bene) entra dalla panchina e realizza il gol del 4-0 di testa. Corre verso di noi, ma non in segno d’esultanza, bensì di protesta. Gli gridai: “Voglio vedere dopo dove vai a fare la doccia”. Liedholm avrebbe fatto diversamente, ma lui era un maestro. Poi ovviamente la cosa finì confinata sul terreno di gioco, come sempre accade quando ci sono diverbi tra allenatori e calciatori, anche se con toni accesi. Spesso momenti di questo genere diventano chiarificatori.

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