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  • Un cappuccino con Sconcerti: Amadeus, il rap, il numero due Fiorello, ecco perché ho spento Sanremo

    Un cappuccino con Sconcerti: Amadeus, il rap, il numero due Fiorello, ecco perché ho spento Sanremo

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    Non ho avuto molta voglia stavolta di vedere Sanremo. Non sono schizzinoso, adoro il festival. Ma sono rimasto a quello di Baglioni. In Amadeus vedo un grande professionista di un intrattenimento troppo ossequioso verso il banale, il corretto politico nazional popolare. Quest’ anno poi l’evidenza balzava agli occhi. Eravamo sintonizzati su due vite diverse: una che ci dava buoni esempi un tanto al chilo e l’altra, quella vera, che ci dice ogni giorno di stare attaccati seriamente al poco che ci è rimasto.
     

    Non mi faceva andare via i pensieri, me li faceva arrivare. Non riesco da tempo a capire nemmeno la differenza di Fiorello, che esiste certamente, ma è come una barzelletta spinta, ha energia non qualità. Lo trovo uno straordinario numero due. Sulla musica chiedo scusa, ho orecchio ma non competenza. Sento voci straordinarie dentro a melodie strane, faticose.

    Trovo che il rap abbia rovinato sia la poesia che le canzoni. Ma non fateci troppo caso, sono rimasto a Senza luce e My way. Non mi sento nostalgico, per esempio Ultimo ha forza e note. I Negramaro grande vocalità. Ma è la melodia che se n’è andata.

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