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  • Un cappuccino con Sconcerti: c'è troppo Napoli a Napoli, le offese a Gattuso sono un autogol

    Un cappuccino con Sconcerti: c'è troppo Napoli a Napoli, le offese a Gattuso sono un autogol

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    C’è troppo Napoli a Napoli. L’argomento diventa subito enorme, si fa ferita, crea confusione a chi lo pensa e a chi lo subisce. Anche nelle altre città il calcio divide, ma a Napoli tutto arriva più in fretta e con più forza, con squilibrio, come se dal Napoli dipendesse davvero il colore di tutta la città.



    Quello che hanno detto-scritto a Gattuso e di Gattuso è l’ultimo esempio: stai morendo, non puoi allenare, hai solo un ristorante di pesce, non capisci niente di calcio: sono cose che di solito si dicono tra tifosi di sponda opposta, laziali e romanisti, interisti e milanisti, ma questo è fuoco amico, è comunque un autogol. Non importa nemmeno se è vero: è che le offese senza senso, continue, forti, gratuite, allontanano dal Napoli e lasciano più sola Napoli. Perché diventano ingiustamente riferimento, oggi si direbbe marketing.

    Mi colpisce molto la solitudine di un uomo per bene come Gattuso che quasi si licenzia in diretta per tentare di ritrovare un senso. Con Ancelotti fu la stessa cosa. C’è un errore grande nella costanza con cui a Napoli si insegue lo spettacolo delle parole. Qualcosa che va purtroppo oltre la straordinaria bellezza della città.

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