Un cappuccino con Sconcerti: sono già tutti per Pirlo, ma a cosa serve essere stati grandi giocatori?

148
Torna l'appuntamento di Calciomercato.com: un cappuccino con Mario Sconcerti. I temi dell'attualità calcistica approfonditi da uno dei punti di riferimento del giornalismo italiano e presenza fissa sulle pagine del nostro sito. Il commento di oggi è su Pirlo.Pirlo è già il migliore. Si dice perché è stato un grande giocatore e sa come parlare ai grandi giocatori. Ma ogni grande giocatore ha un pensiero, un’idea di calcio e quell’idea è in contrasto con l’idea di un altro grande calciatore. Qual è quella vera? L’esperienza sarebbe utile se portasse tutti alla stessa conclusione. Ma se ognuno la pensa a modo suo a cosa serve essere stati grandi calciatori? Conta l’idea di calcio, non averla già giocata. Avere lo stesso linguaggio dei giocatori aiuta se non hai niente di tuo da dare ai giocatori. Suarez non è stato un grande tecnico. Platini e Maradona nemmeno. Allegri sì, ma non era stato un grande calciatore. Agnelli può aver avuto coraggio nello scegliere Pirlo, ma anche paura di quello che sarebbe successo alla Juve lasciata senza Sarri.
Che la comunicazione sia poi dalla parte dei forti lo conferma la vita. Si parla di Juve come di Empoli o Sassuolo, Bologna o Fiorentina? No. Perché hanno dei cattivi uffici stampa? Nemmeno. Solo perchè hanno meno popolo alle spalle. Cioè soldi. Ed essere tifoso di una grande squadra non è un privilegio. Basta svegliarsi una mattina e decidere che siamo per chi vince.
Chiedo intanto scusa, ma mi è partito il msg. prima di averlo terminato.
A mio parere la Juve versa nella situazione in cui ciclicamente ogni squadra che è a termine di un ciclo vincente si viene a trovare: i giocatori antepongono le proprie esigenze di carriera a quelle della società. In poche parole, smettono di spremersi per amministrarsi. Mi pare di rivedere l'ultimo Milan vincente, onusto di gloria, ma boccheggiante ogni qual volta gli avversari alzavano il ritmo. Sarri ha sbagliato ad accettare il compromesso coi mammasantissima, che fin dall'inizio di sono rifiutati di accettare i suoi metodi di allenamento. Ma ancora di più ha sbagliato la Società a chiamare un allenatore senza poi sostenerlo dinanzi i giocatori. La scelta di Pirlo suona come una resa a questo ultimi: difficilmente potrà imporsi dinanzi gente che ha avuto come compagni. Col senno di poi, l'allenatore perfetto sarebbe stato Conte, che a suo tempo scardinò il potere di rendita di Del Piero, mettendolo in panchina, cosa di cui non fu capace il povero Ferrara. Con Conte certi giochi non si fanno, ed i giocatori devono essere anzitutto atleti. Della sfida perduta col Lione ho dinanzi anzitutto le ridicole performances atletiche di certi giocatori, caso strano identiche a quelle di un anno fa coll 'Ajax. Un nome: Bonucci.
148