Balla sulle punte, Cesare Prandelli. Un ballo sul filo di equilibri tecnici, atletici e psicologici come sempre sottilissimi. «In un torneo così breve», ha detto, «non ci sono gerarchie precise...». Già, basta pensare, senza troppa fatica, al Pablito di Argentina '78 (titolare era Ciccio Graziani) o a Totò Schillaci a Italia '90 (titolarissimo era un certo Vialli). Arrivi con un'idea, il campo te ne suggerisce un'altra, non c'è il tempo di aspettare nessuno, che non sia il Pablito di Espana '82... E allora, che succede contro la Croazia? Succede che il cittì azzurro, attento come sempre anche ai dettagli, sta navigando a vista. Escludere Balotelli? Sì, se a valere fosse solo la prestazione. No, almeno questa è l'impressione, se in campo entrano altre valutazioni. «Escluderlo può essere inteso come bocciatura», è una delle correnti di pensiero. Al di là di quello che si può dire di Balotelli, mai dimenticare che è un ragazzo di vent'anni o poco più, cui non manca il talento ma cui difetta l'equilibrio. Detto questo, pare difficile, leggendo tra le righe, che Prandelli non gli dia un'altra chance. E allora, chi tra Cassano e Di Natale? Radiospogliatoio indica in Cassano il favorito, anche perché, giusto dirlo, con la Spagna la sua parte l'ha fatta. Dunque, ipotesi 1, l'escluso sarebbe Totò Di Natale. Cioè, numeri alla mano, il cannoniere più forte del calcio italiano degli ultimi anni. Un Cassano che fa più gol, quasi infallibile negli ultimi sedici metri, come del resto ha fatto vedere con la Spagna. Un gol e un quasi gol, movimenti da attaccante vero, ma sarebbe strano il contrario. In più, Totò ha, dalla sua, esperienza e serenità per giocarsi alla stragrande questa carta che il destino gli ha offerto. Certo, è talmente bravo, che uno così serve pure in panchina. Ma perché rinunciare in partenza all'attaccante più forte? Ci sta pensando anche Prandelli. E Totò si toglie la tuta...