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  • Un lockdown per ripartire: ipotesi super zona rossa, tre settimane di stop per vaccinare in massa

    Un lockdown per ripartire: ipotesi super zona rossa, tre settimane di stop per vaccinare in massa

    Nei prossimi cinquanta giorni, da oggi sino alla fine di aprile, è previsto l’arrivo in Italia di 26 milioni di dosi di vaccino. E l’indicazione che il governo ha dato alle Regioni è molto chiara: dovranno essere somministrate tutte, nel più breve tempo possibile. Per farlo — e dunque per organizzare la più grande campagna di vaccinazione di massa del nostro Paese — Roma ha assicurato che metterà sul tavolo tutti gli sforzi necessari, in termini di personale e di spesa. Ma senza precedenti - scrive Repubblica - potranno essere anche i mezzi per arrivare all’obiettivo: la parola “zona rossa” per tutta l’Italia, infatti, non è più un tabù. 

    Se dovesse essere necessario un lockdown per vaccinare più in fretta, ragionano fonti di governo, «siamo pronti». Magari lasciando fuori dalle restrizioni alcune Regioni con tassi di contagio da zona bianca. Anche di questo si discuterà nella riunione straordinaria che si terrà oggi tra i ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, il capo del Cts Agostino Miozzo e il commissario per l’emergenza, Giuseppe Figliuolo.

    Da qui a fine marzo dovrebbero essere consegnate circa 9 milioni di dosi. E dal primo aprile, per i 90 giorni successivi, 52milioni e 477mila, quindi 17,5 milioni all’incirca al mese. «Puntiamo a raggiungere circa la metà della popolazione» dice Speranza. C’è un elemento in più: entro le prossime 48 ore il ministero della Salute darà — al pari di Germania e Francia — i l via libera ad Astrazeneca anche per gli over 65. Questo permetterà alla campagna di accelerare. L’idea è di completare la vaccinazione del personale scolastico — a oggi 385 mila immunizzati su un milione — e le forze armate. Per poi passare agli over 80 (vaccinati 1,3 milioni su 4,4) e agli over 70. Lasciando però Pfizer, Moderna e probabilmente anche Johnson & Johnson per i pazienti fragili, già individuati dal ministero.

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