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  • Una modesta proposta per concludere la stagione calcistica (e mettere a regime le prossime)

    Una modesta proposta per concludere la stagione calcistica (e mettere a regime le prossime)

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Il paese si ferma e anche il calcio va in stand-by. Era doveroso per la salute di tutti e altrettanto doveroso sarà che lo stop si protragga per tutto il tempo necessario. Dunque al momento non rimane che aspettare e augurarsi duri il meno possibile. Ma quando tutto riprenderà, bisognerà anche avere le idee chiare su cosa fare con la stagione messa in sospeso. L'ipotesi di ripartire il 2 maggio, unita all'ormai certo rinvio della fase finale di Euro 2020, permetterebbe di fare uno sprint fino alla fine di giugno. Ma cosa succederebbe qualora la lotta al Covid-19 richiedesse tempi più lunghi?

    La prospettiva ha già fatto tracciare alcune ipotesi. La più drastica è quella di tirare una riga sulla stagione 2019-20 e assegnare titoli e retrocessioni basandosi sulle classifiche maturate fin qui. Altra ipotesi, uno po' meno perentoria, è quella di far giocare playoff e playout anche in Serie A e sempre tenendo conto della classifica parziale. La più bizzarra di tutte viene dalla Francia e porta la firma di Jean-Michel Aulas, presidente del Lione. Che nel corso di un'intervista concessa a Le Monde ha suggerito di dichiarare “stagione bianca” la 2019-20. Cioè, si dovrebbe cancellare tutto e fare come se questa annata calcistica non fosse mai esistita. Un'ipotesi già abbastanza forte se si limitasse all'enunciazione, poiché comporterebbe azzerare gli sforzi di quelle squadre che hanno già praticamente vinto i campionati e graziare quelle che sono già quasi retrocesse. E che si fa addirittura pelosa quando si tratta di stabilire chi debba andare a fare le coppe europee. Secondo Aulas bisognerebbe inviare a giocare Champions League e Europa League le stesse squadre che si sono guadagnate la qualificazione al termine della stagione 2018-19. Che per inciso ha visto il Lione qualificato per la Champions. Proposta due volte irricevibile.

    Né sono tanto migliori le altre due, che comunque comportano un cambiamento di formula in corsa e dunque la vanificazione di quanto fatto dalle singole squadre fino al momento dell'interruzione. E allora, da qualunque parte la si rigiri, l'unica soluzione possibile è portare a termine la stagione. In modo regolare, per quanto regolare possa essere una stagione che si è svolta con questa tempistica. Anche a costo di andare molto avanti col calendario dell'anno solare.

    Preveniamo subito l'obiezione: come si fa a protrarre la stagione 2019-20 nei mesi di luglio agosto o anche oltre, se da agosto 2020 deve iniziare la stagione 2020-21? Rispondiamo che si può farlo perché c'è un'opportunità. E perché si tratta della stessa opportunità che fino a qualche settimana fa veniva presentata come una iattura. Ci riferiamo ai Mondiali di Qatar 2022, programmati in inverno per ragioni climatiche. Il primo mondiale nella storia che si disputi fuori dal periodo maggio-luglio, ciò che rende necessario in Europa una riorganizzazione della tempistica dei campionati nazionali. Ma allora, se questa riorganizzazione deve essere fatta in vista della stagione 2022-23 (quella sulla quale deve avere impatto il mondiale qatariota), perché non anticipare l'operazione sulla stagione 2020-21? Ciò permetterebbe di portare a termine le competizioni nazionali e continentali di questa stagione. E rimetterebbe sulla stessa linea di partenza i club europei in autunno avanzato. Si potrebbe anche ipotizzare di disegnare la stagione sulla tempistica dell'anno solare, e dunque avere i campionati nazionali 2021 e 2022 anziché 2020-21 e 2021-22. E da quel punto in poi, una volta chiuso il mondiale in Qatar, si potrà tornare a ragione sul riallineamento delle stagioni secondo il ciclo estate-primavera.

    Certo, una soluzione del genere comporta la necessità di adattarsi. Ma nulla che non possa essere superato. Le gare di campionato nelle sere d'estate? Possono avere un loro fascino, specie se si tiene conto che si tratta di una soluzione temporanea. E anche le attività delle rappresentative nazionali possono andare a ruota, tenendo conto che il periodo di qualificazione ai mondiali 2022 può estendersi fino a maggio-giugno dello stesso anno. Le ferie dei calciatori? Verranno riprogrammate in termini temporali come quelle degli altri cittadini italiani e europei, che dal canto loro le stanno sacrificando in questi giorni di inattività forzata e chissà quando avranno l'opportunità di tornare a farle. Il calciomercato? Possono essere disegnate due finestre con scadenze diverse rispetto alle attuali. E poi ci sarà anche da prevedere un regime particolare per la presentazione dei bilanci, che da molte società vengono chiusi al 30 giugno, quando di norma la stagione calcistica è conclusa.

    Allo stesso modo sarebbe il caso di prevedere una formula transitoria per la scadenza dei contratti dei calciatori, che fanno riferimento anch'essi alla data del 30 giugno. Ma sono tutte situazioni tipiche di una condizione di emergenza, dalla quale si può uscire soltanto con soluzioni straordinarie. E in queste condizioni soltanto le soluzioni straordinarie possono permetterci di uscire dal tunnel, sia in ambito calcistico che al di fuori. Chi governa il calcio in Italia e all'estero provi a valutare questa proposta.

    @pippoevai

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