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  • Ventura, così non va: 2° posto a rischio

    Ventura, così non va: 2° posto a rischio

    • Giancarlo Padovan
    Ventura ha sbagliato, Ventura ha corretto. L’Italia del primo tempo avrebbe meritato di finire sotto almeno di due gol per la sua inesistenza. Quella della ripresa, se non ha esattamente legittimato il pareggio, ha almeno reagito con virilità. Reazione scomposta, a dire il vero, ma sempre di reazione si è trattato

    Con la Spagna finisce 1-1, ma per almeno un’ora abbiamo temuto, prima la sconfitta e poi il tracollo. Ha un bel dire Ventura che Buffon, colpevolissimo sul primo gol, non ha dovuto compiere neppure un intervento. Se Vitolo, l’autore del vantaggio delle Furie Rosse, avesse centrato la porta poco dopo l’1-0, quando era solo davanti al portiere, adesso saremmo qui a dirci che nel nostro girone si gioca solo per il secondo posto, buono per gli spareggi. Nel frattempo, comunque, l’Albania, vittoriosa in Liechtenstein, è al comando da sola a punteggio pieno. Ci rimarrà probabilmente fino a domenica (affronta la Spagna in casa), ma è la conferma che batterla per noi non sarà semplicissimo (l’unica volta, un anno e mezzo fa, finì 1-0 per l’Italia grazie ad un’autorete).

    Contro la Spagna, il c.t. ha varato una formazione cervellotica. Senza Verratti che se, a volte, fa la mezz’ala nel Paris Saint Germain non si capisce perché non lo possa fare anche in azzurro. Ma con Montolivo, sfortunata la sua partita e uscito per una botta al ginocchio. Al suo posto Bonaventura, incolore come il compagno di maglia. Sfasato Parolo, sotto tono Florenzi e De Sciglio.

    Il peggio del peggio si vedeva davanti con Pellé ed Eder. Uno che gioca in Cina un calcio ancora primordiale (vedere i risultati della Nazionale alle qualificazioni), l’altro che nell’Inter non gioca quasi mai. Sinceramente temevo per l’esordio di Romagnoli, invece è stato uno dei migliori insieme a Barzagli.
    Detto che il problema della coppia Eder-Pellé è di mancanza di mobilità e di profondità, i nodi maggiori si aggrovigliavano a centrocampo, dove non solo nessuna palla veniva conquistata, ma le poche conquistate venivano ghermite prima della metacampo. 

    La Spagna, con un pressing continuo e, a volte, furente, veniva a prendersi i palloni molto alta, sottomettendo l’Italia al proprio ipnotico controllo. Mai, a mia memoria, si era vista una partita con gli azzurri così poderosamente dominati.

    E allora, come mai il gol spagnolo non è venuto fin dal primo tempo? Prima di tutto per i troppi ricami che lo stesso gioco produce (la voglia, quasi insopprimibile, di andare in porta con la palla). Poi perché Diego Costa ha fatto poco (anche se è stato fermato in dubbio fuorigioco quando era lanciato in solitaria davanti a Buffon). Infine perché Vitolo, buon combattente, non era ancora entrato in partita. 

    A spalancargli la porta, in senso letterale, ci ha pensato Buffon, dieci minuti dopo l’inizio della ripresa, quando in un’uscita fuori dall’area, con un netto vantaggio sull’attaccante avversario, ha mancato clamorosamente la palla con l’interno del piede destro. Mentre Vitolo segnava a porta vuota, Buffon si abbandonava ad una serie di bestemmie colte anche dalla tv. Comportamento esecrabile che, nel campionato italiano, verrebbe sanzionato con la squalifica. In questo caso, da capitano della Nazionale, merita almeno una severa censura interna.

    L’Italia corretta da Ventura è stata quella del 3-4-1-2 con Immobile per Pellé e Belotti per Parolo. Eder ha fatto la seconda punta dietro ai due nuovi entrati e, se non altro, ha avuto il merito di conquistarsi il rigore del pareggio. L’episodio si è collocato a dieci minuti dalla fine e su segnalazione dell’assistente Lupp. L’arbitro Brych, pavido e impreciso, aveva colpevolmente sorvolato. Ora, sarebbe ridicolo prendersela con il fischietto tedesco per il risultato, ma sono state due le doppie ammonizioni non comminate che, ad un certo punto, avrebbero ridotto la Spagna a giocare in nove uomini. Brych prima ha graziato Diego Costa (già ammonito, palla scagliata lontano a gioco fermo), poi ha evitato il secondo cartellino a Ramos (rigore su Eder). 

    La trasformazione di De Rossi ha gasato a tal punto l’Italia da accennare addirittura al forcing per la vittoria. Ma sarebbe stato troppo e non sarebbe stato giusto. Il punto è guadagnato. Anche se,  giocando così, non solo non si arriva primi, ma forse bisogna guardarsi anche per il secondo posto.         

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