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  • Ventura: 'Porte aperte a Balotelli umile in Nazionale, solo stage per Berardi'

    Ventura: 'Porte aperte a Balotelli umile in Nazionale, solo stage per Berardi'

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    Il ct della Nazionale, Giampiero Ventura ha dichiarato in un'intervista al Corriere dello Sport: "E' un momento particolare per l'Italia, siamo alla vigilia di un ricambio generazionale. C'è molto lavoro da fare, c'è la voglia e la possibilità di realizzare qualcosa proiettato nel futuro. Da solo non ce la posso fare, insieme perché no? Se si riesce a mettere a fuoco l'obiettivo, forse acceleriamo i tempi". 

    LIPPI - "Ci manca una figura come la sua, avrebbe avuto la possibilità di spiegare e fare considerazioni che, altrimenti, danno adito ad altro... Per esempio l'errore di comparare le attuali partite di qualificazione con quelle di Euro 2016: da una parte tre giorni per preparare la gara, nell'altro quaranta giorni per preparare l'evento. In passato ci sono state tante prestazione sotto tono in questa fase. Questo detto dal ct suona come una giustificazione, mentre detto da un dt produce delle riflessioni. Insomma la figura di Lippi avrebbe potuto mettere a fuoco anche queste tipo di problematiche". 

    CONTE - "L'Europeo ci ha lasciato una squadra che dal punto di vista del temperamento ha detto e dimostrato molto. Noi dobbiamo conquistare una qualificazione, in un girone fra i più difficili degli ultimi anni. Ma questa Italia era la squadra più vecchia dell'Europeo, la Nazionale più vecchia di sempre". 

    GIOVANI - "Serve un ricambio e in Italia questo è possibile solo gradualmente. Un esempio: l'idea di lanciare contro la Spagna Romagnoli, talento tra i più importanti del nostro calcio, è stata giudicata un azzardo, una follia. Ma se il giocatore è potenzialmente importante, bisogna creare i presupposti perché, anche in caso di partita sbagliata, non venga bruciato. Quando ho lanciato Ranocchia e Bonucci a Bari, erano due ventenni, hanno esordito alla prima di campionato contro l'Inter del Triplete a San Siro: allora i commenti della vigilia furono identici. Dodici mesi dopo giocavano tutt’e due in Nazionale. In Macedonia ho fatto giocare Bernardeschi con Bonaventura e Verratti perché gli altri due centrocampisti disponibili erano De Rossi e Parolo, con solo due giorni per recuperare dalla Spagna. De Rossi - che mi ha stupito per quantità, qualità e disponibilità al lavoro - anche nella Roma, quando gioca il giovedì difficilmente poi scende in campo la domenica. Se lo rifarei? Vero che per una parte della partita non abbiamo prodotto niente, ma neppure subito, fino all’errore globale della squadra, da tutti scaricato su Verratti. Forse lui con Bernardeschi-Bonaventura non era il massimo, ma si poteva fare, creando i presupposti per avere la possibilità di lavorare. Ancora un esempio: le due amichevoli già fissate contro Francia e Germania, che ho ereditato. Capisco che portano soldi alla Federazione, ma oggi è molto più importante la crescita della Nazionale che non un milione in più, o uno in meno. E' un discorso ad ampio raggio. L'importante è poter lavorare, poter fare delle amichevoli che mi diano la possibilità di fare delle verifiche, senza l'assillo del risultato. Quando Lippi fece la tournée in America, nel 2005, portò giocatori da testare, e poi sei-sette di loro un anno dopo vinsero il Mondiale. Ecco cosa serve". 

    CASO PELLE' - "Difficile dare una motivazione, lui era partito titolare anche contro la Francia e contro Israele, giocando 90 minuti. Non c'erano i presupposti per quello che è successo. Che ha sconcertato e sorpreso me e anche i giocatori. La loro frase chiave per me è stata "Ci abbiamo messo tanto tempo per costruire questo gruppo e questo gruppo va tutelato" (parole di De Rossi, ndr). Da qui la scelta di mandarlo a casa. Se tornerà in Nazionale? Credo che in questo momento gli faccia bene un periodo di riflessione su cosa significhi vestire la maglia azzurra e far parte di questo gruppo, il tempo dirà quello che sarà". 

    BALOTELLI - "Il problema è che lui è più famoso per quello che fatto fuori dal campo che in campo. Sul piano generale lui si deve adattare ad un gruppo. Secondo concetto: tutti si chiedono se sia cambiato o meno, significa che prima c'era qualcosa che non andava. Così la domanda deve farsela lui, mettendosi in discussione e dandosi delle risposte. Se avrà questa umiltà non troverà porte chiuse. Di certo lo conoscerò, anche per correttezza. A me piace chiarire le cose direttamente: per questo ho chiamato Zaza e Insigne, quando non li ho convocati". 

    4-2-4 - "Nel momento in cui non avremo più la BBC, Barzagli, Bonucci e Chiellini, e potremo passare alla difesa a quattro e potremo sfruttare gli esterni. Allora torneranno El Shaarawy, Insigne, Berardi, Verdi (se continuerà così) oltra a Bernardeschi e Sansone. In Macedonia, quando in quel quarto d’ora, non ne avevamo più, siamo passati al 4-2-4, abbiamo ribaltato la partita: questo significa guardare al futuro, pensando che quello è il modulo che mi ha portato in... Nazionale. Ma tutto deve avvenire gradualmente. Che emozione, prima del Liechtenstein potrò lavorare con i ragazzi per sette giorni di fila (ride)... Per quanto riguarda il modulo, nessuno dice che non è fattibile. Ma bisogna capire che il calcio è fatto di proposte, cioè dare ad un giocatore in possesso di palla delle soluziuoni, o di schemi, ovvero ripetere mille volte lo stesso movimento. Il 4-2-4 è fatto di schemi e di interpreti giusti. Per essere da Nazionale bisogna avere personalità: ci sono giocatori eccellenti qualitativamente ma che si perdono davanti ad una critica. L’esempio giusto è Sturaro: il Genoa lo voleva dare in serie B, lo hanno tenuto, sei mesi dopo ha giocato con la maglia della Juventus e dopo ancora con quella della Nazionale. Senza battere ciglio". 

    DONNARUMMA - "Se non ci fosse Buffon, questo Buffon, sarebbe il numero uno della Nazionale. E' un giocatore baciato da Dio, è stata una sorpresa, ha un futuro importantissimo, deve solo avere pazienza perché davanti ha il portiere migliore del mondo, ma lui è un predestinato. Di sicuro uno dei pochi problemi che non ho riguarda questo ruolo. Un blocco rossonero in azzurro? Dipende da tante cose. A me interessano giocatori e loro evoluzione e adattamento. Esempio: se Bonucci verticalizza come contro il Belgio per Giaccherini mi va benissimo". 

    MARCHISIO - "Rispondo partendo da una domanda che mi è stata fatta: 'De Rossi è compatibile con Verratti?' In un centrocampo a tre no, per Daniele fare il laterale a 33 anni mi sembra troppo, ma in un centrocampo a due sì, si integrano alla perfezione; e lo stesso vale per Marchisio. Marchisio ha sempre fatto il centrocampista laterale in un centrocampo a tre, poi, quando è andato via Pirlo, ha fatto il metodista. Il futuro con me, quando sarà, prevede un centrocampo a due, avendo a disposizione lui, De Rossi, Verratti e Parolo". 

    VERRATTI - "Quando c’è da costruire è il numero uno. Il gol di Pellè in Israele è merito suo, quello di Immobile del 2-2 lo ha fatto fare Candreva, ma Verratti ha avuto la lucidità di trovare, con venti persone in area, l’unico uomo libero. Per capacità ed età è lui il futuro". 

    SENATORI - "Non sono assolutamente un freno. Esempio: Barzagli è uno dei migliori giocatori d’Europa, è pazzesco, per quello che fa, per quello che rappresenta, per quello che trasmette quando si allena senza neanche dire una parola. Per questo non ci posso rinunciare mai. Però l’età passa per tutti. Chiellini e da dieci e lode, dopo Barzagli c'è lui, però adesso paga l’impegno di tante battaglie. Comunque loro non sono un freno, lo sarebbero se non fossero disposti a mettersi a disposizione". 

    IN SPAGNA PER LA RUSSIA - "Vogliamo qualificarci subito al Mondiale, senza passare dagli spareggi. Vi confesso: l'ho chiesto ai giocatori, e loro hanno detto: 'ce la giochiamo'. Si tratterà di vincere in Spagna. Noi ora giochiamo contro il Liechtenstein, che loro hanno battuto 8-0, un risultato fasullo per come è maturato dopo un'ora; noi cercheremo di vincere nel migliore dei modi. Non voglio tornare sul pari di Torino, senza due espulsioni a nostro favore e con un gol subito per un errore di Buffon che non capita mai: sono più forti, ma nessuno ci vieta di andarcela a giocare. Farlo il 2 settembre 2017 per noi è un grande problema. Ho chiesto di avere almeno due partite di campionato: se non trovo giocatori in condizione, andiamo lì al massacro. Le date sarebbero simili a quelle di quest’anno, 20 e 27 agosto. Poi ognuno farà le sue valutazioni". 

    TORINO - "Abbiamo fatto un buon lavoro. Sono arrivato nel Torino di Cairo che era in serie B e aveva delle perdite annue, dopo quattro anni eravamo in Europa con grossi utili. Belotti, quando gli dissi di prenderlo, era poo conosciuto eppure gli è costato 8 milioni, la spesa più grande che gli ho fatto fare. Tutti i giorni, a pranzo, a cena, sempre, mi diceva di Belotti, visto che all'inizio non segnava. Credo abbia rifiutato molto di più... Cairo non è pirotecnico, è un presidente equilibrato. Io sono l’unico allenatore nella storia del Cagliari che è stato due anni consecutivi e quattro in totale con Cellino. Ho avuto due anni Zamparini...". 

    CAGLIARI - "Barella mi ha sorpreso per la personalità in relaziona all'età, pur mancandogli un po' di fisicità. Ho visto Ceppitelli". 

    FLORENZI - "Dove gioca? Dipende in quale modulo: col 5-3-2 può fare l'esterno, nel 4-2-4 può fare il terzino perché incide in fase offensiva, ma lo vedo più basso che alto. Certo i miei problemi tattici, al di là del modulo sono altri. Vi faccio una domanda: trovatemi in Italia una mezz’ala di ruolo, Parolo e Marchisio a parte, che dovrebbe comunque riadattarsi, dato che negli ultimi due anni ha fatto il centrale. Sapete quale è la risposta: non c'è. Sembra incredibile ma è così. E un terzino sinistro mancino, a parte Antonelli? Stessa risposta: non c'è". 

    BERARDI - "Una volta per tutte, vi dico il mio punto di vista sull'argomento: Berardi è un capitale del calcio italiano, bisogna creare i presupposti per farlo essere protagonista anche in Nazionale. Per questo io non penso di convocarlo per la Nazionale, ma per gli stage. Vorrei spiegargli come vorrei giocare e come sfruttare le sue caratteristiche un discorso che per altro non riguarda solo lui. Se ne ho parlato con Conte? Io voglio discuterne con Berardi, giocatore di qualità, e con Di Francesco, che sa quale sia il mio obiettivo e lo condivide. Per questo ho organizzato un pranzo con loro, giovedì prossimo, per parlargli di calcio, non come un selezionatore che va lì per dirgli se lo convoca o meno. Sarà anche l’occasione per parlare con la società e strappare il terzo giorno di stage... Il Sassuolo ha una marea di giocatori che mi interessano".  

    IMMOBILE - "Lui è venuto a Torino che era in crisi. E gli ho detto: 'Tu non devi giocare al calcio, tu devi cercare il gol, perché è quello che sai fare, devi attaccare la profondità'. Gliel'ho inculcato, lui l'ha fatto, ha iniziato a segnare e non si è più fermato: 22 gol, sbagliandone altrettanti. Poi passa al Borussia Dortmund: vado a vederlo contro la Juve e mi dico: 'Quello non è Immobile'. Poi il Siviglia: peggio che andar di notte. Quando è tornato a Torino, abbiamo cercato di riprendere il discorso interrotto; ho passato ore e ore a fargli vedere immagini: 'Questo è Immobile, che fa gol, questo è Ciro...'. Mi ha chiamato Simone Inzaghi: 'Cosa mi consigli per Ciro?'. Gli ho quasi gridato: 'Là deve andare, in profondità'. Oggi Immobile è tornato Immobile". 

    DARMIAN - "C'è chi dovrà ritrovarsi, come Darmian. Lui è andato a Manchester con le conoscenze giuste. Ma ora tornerà qui perché in quel calcio conta solo 'andare'". 

    SERIE A - "Io dico che vincerà ancora la Juve, ma non così 'drammaticamente' per le altre. La Juve, come posso dire, non ruba l'occhio, ma ha qualità assoluta, a partire da Dybala che riesce sempre a ribaltare ogni situazione. Ha fatto fatica con Palermo e Udinese però è lassù. Non so se questo potrà bastarle in Europa per arrivare in fondo alla Champions. Comunque non sarà una passeggiata, anche in Italia. La rosa più attrezzata per competere ce l'ha l'Inter, che sta pagando una situazione complicata. Poi vedo più la Roma del Napoli; perché in certi ambienti il primo anno c'è l'entusiasmo delle cose nuove, ma il secondo devi dimostrare e nascono i problemi. La Roma poi è una buona squadra e ha un allenatore che se resta sereno può trasmettere tanto. Ho incentivato Spalletti come allenatore: quante telefonate notturne mi ricordo... e a Trigoria con l'aiuto della Primavera della Roma, una volta provammo i movimenti del 4-2-4 del mio Bari. Sono sempre stato generoso coi colleghi, ne ho ospitati tanto a Torino in questi anni". 

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