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  • Verona e Juventus per riprendersi il Milan: Locatelli ora si gioca il futuro

    Verona e Juventus per riprendersi il Milan: Locatelli ora si gioca il futuro

    • Andrea Sereni
    Sfiorito, appassito come un fiore sbocciato forse troppo presto. Una parabola discendente, quella di Manuel Locatelli, difficile da prevedere e da stoppare. I numeri forniscono una fotografia impietosa: 17 presenze da titolare in Serie A (28 totali) nel 2016/17, la miseria di 3 apparizioni dall’inizio in questa stagione. Una differenza netta, dovuta anche all’acquisto di Biglia, conseguenza diretta di una fiducia limitata della società verso il classe ’98.

    MESI DI CRESCITA - Da quando ha preso in mano la prima squadra Gattuso non ha voluto forzare i tempi, lo ha aspettato, monitorando con occhio vigilie una crescita costante nelle sedute d’allenamento. Pungolandolo, stuzzicando l’orgoglio ferito da critiche anche ingenerose, a volte eccessive. A metà aprile, dopo la partita pareggiata dal Milan a Torino, in cui Locatelli aveva giocato una mezzora abbondante, lo aveva pubblicamente elogiato: “Ultimamente mi sta piacendo molto per come si impegna e come si allena, è bello ‘cazzuto’. Ha gamba, si è inserito bene, mi è piaciuto”. Parole di stima concreta, un apprezzamento pregno di fiducia. Che l’allenatore rossonero ha messo in pratica domenica scorsa contro il Bologna quando, causa infortunio di Biglia, ha dovuto fare una scelta: accantonato il vecchio capitano Montolivo, ha dato spazio al lecchese. Che, alla prima da titolare dal 18 novembre, ha risposto presente: una prestazione convincente, sia in fase di rottura che in impostazione, verticalizzando quando possibile, come in occasione del gol di Calhanoglu.

    L'OCCASIONE GIUSTA - Il problema fisico di Biglia regala una chance importante al prodotto del vivaio rossonero: sabato pomeriggio scenderà in campo dal 1’ minuto contro il Verona, prima partita di un finale di stagione determinante per il futuro del Milan. Locatelli si giocherà tanto, e lo dovrà fare senza paura, con quella sfrontatezza che lo aveva fatto esplodere giovanissimo nell’ottobre del 2016. Gattuso crede in lui, ma allo stesso tempo si attende tanto: personalità, carisma, coraggio nel verticalizzare, rischiare la giocata decisiva, non limitarsi al compitino. E’ finito il tempo dei tocchi in orizzontale, ora il regista deve dimostrare di essere da Milan. Tra una settimana a Roma i rossoneri sfideranno la Juventus nella finale di Coppa Italia. Una finale dal valore doppio: oltre al trofeo, metterà in palio anche la qualificazione diretta alla prossima Europa League. Due anni fa, sempre ultimo atto contro i bianconeri, Brocchi lo lasciò per tutta la partita in panchina. Il 9 maggio all’Olimpico con ogni probabilità sarà titolare: una vetrina di livello, l’occasione giusta per riconquistare definitivamente Gattuso e guadagnarsi la conferma per il prossimo anno, non scontata visto anche l'interesse di Fiorentina e Torino.

    @andreasereni90
     

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