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  • Vescovo di Lucca: 'Tifavo Fiorentina ma oggi sono rossonero'

    Vescovo di Lucca: 'Tifavo Fiorentina ma oggi sono rossonero'

    • L.C.

    Vedi tifosi con i capelli bianchi che si asciugano le lacrime e altri che guardano estasiati le foto, le maglie, le coppe, i cimeli storici, le locandine dei quotidiani che ricordano le antiche imprese di quei giovanotti in maglia rossonera. Sono oltre cinquecento che come in una processione laica entrano in silenzio nella sede-museo fortissimamente voluta da Lucca United, 400 tifosi che qualcuno si ostina a chiamare «visionari», e realizzata grazie al lavoro gratuito dei tanti volontari e alla benedizione del sindaco Tambellini e dell’assessore allo sport Tuccori. Inutile girarci attorno: da sabato Lucca è più ricca. E il popolo rossonero ha trovato una casa, un luogo d’aggregazione, un punto d’incontro e di scambio vivo e vitale. La sede-museo non è soltanto un centro della memoria, ma sarà da oggi in poi il biglietto da visita della Lucchese del futuro. Già stamani, prima della partita, la squadra ospite del San Colombano visiterà quel luogo rimesso a nuovo e ricco di storia, di gloria e di successi. Il passato ritorna. Assieme agli sportivi, scrive il quotidiano Il Tirreno, tanti calciatori rossoneri degli anni Sessanta, Settanta, Ottanta e Novanta. Da Toschi a Fiaschi, da Nobile a D’Urso, da Dal Molin a Spigoni passando per il mitico Tano Salvi (che al museo ha donato le magiche scarpette del gol all’Alessandria nella stagione della promozione in C1) per Lulù Di Stefano e Tony Carruezzo. Furbo e vispo come 28 anni fa non poteva mancare Renzo Melani, uno degli allenatori più amati dagli sportivi e applauditissimo quando viene chiamato dallo speaker Lodovico Poschi Meuron il Pippo Baudo de noantri. Trafelato e con qualche chilo di troppo arriva un altro beniamino di 25 anni fa, l’ex terzino Walter Casarotto: 'Sono arrivato in ritardo perché contrariamente a questi perdigiorno io lavoro. Quando ho rivisto in foto Salvi e Spigoni che mi sembravano mio nonno mi sono detto che potevo starci anch’io e così sono venuto'. E giù risate. Come ai bei tempi quando il calcio era partecipazione, senso d’identità e appartenenza. E le frange dei violenti e delle curve politicizzate che usano il calcio per farsi pubblicità non esistevano ancora. Un tempo in cui i giocatori si fermavano nei bar a parlare con gli sportivi. Un tempo che prima o poi dovrà ritornare. Anche il vescovo Castellani si adegua al clima giocoso e rivela la sua «fede» viola. 'Tifavo Fiorentina, ma adesso mi sento di Lucca e auguro alla squadra di tornare in Paradiso'. Arriva Abodi. Andrea Abodi, presidente della Lega di B, sa toccare le corde giuste ed è dalla parte del tifoso consapevole quello che vuol gestire direttamente o avere una partecipazione nei club per impedire che i soliti avventurieri facciano carne da macello del club e vuol far diventare gli stadi luoghi d’incontro, di aggregazione e d’interscambio con sempre più famiglie e bambini sugli spalti. Accompagnato dal sindaco Tambellini e dal presidente della Provincia, Baccelli, è rimasto colpito dall’affetto della gente. E con lui anche l’avvocato Diego Riva, rappresentante nazionale degli azionariati popolari, che ha in Stefano Galligani e Piero Pacini, presidente e vice di Lucca United, due preziosi collaboratori. Abodi ha voluto visitare il Porta Elisa: 'Con questa sede, questo stadio e questa passione presto ci vedremo in serie B'. Che il vento sia cambiato? 

     

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