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  • Viaggio in provincia: Unicusano Fondi, dal 'De ludo globi' al sogno Serie B

    Viaggio in provincia: Unicusano Fondi, dal 'De ludo globi' al sogno Serie B

    • Luca Bedogni
    A scorrere la lista delle opere del cardinale Niccolò Cusano (1401-1464), tutte rigorosamente in latino, l’appassionato di calcio resterebbe incuriosito da un titolo: De ludo globi (“Il gioco della palla”). Si tranquillizzi; il celebre umanista non compose mai un dialogo sul calcio, ma “soltanto” su un gioco molto in voga nella Roma della metà del XV secolo. La palla non era proprio una palla, tanto per cominciare, poi si usavano le mani. Bisognava lanciarla a terra, davanti a sé, dove erano disegnati 10 cerchi concentrici, e l’obiettivo era raggiungere quello centrale, prevedendo l’irregolarità dei rimbalzi della sfera imperfetta. Un gioco, questo, da cui il Cusano ricavò tutta una simbologia. Sapete come sono, i filosofi. Fa comunque un certo effetto questa opera, oggi che esiste una squadra di calcio professionistica legata in qualche modo alla sua figura. L’Unicusano Fondi, nel girone C di Lega Pro, è infatti chiamata così perché di proprietà dell’Università degli Studi Niccolò Cusano (Roma). Tutto ciò nel panorama calcistico italiano è un unicum, una novità degli ultimi due anni.
     
    Il cambio di gestione della società del basso Lazio - Fondi è un comune in provincia di Latina - risale all’ottobre/novembre del 2014. L’imprenditore livornese Stefano Bandecchi, amministratore delegato, nonché fondatore dell’Università telematica in questione, sorta soltanto nel 2006, dopo essersi interessato al Grosseto e aver quasi sfiorato l’accordo col Livorno, cambia mire e rimescola le carte dichiarando di trattare con altre società, dalla A alla Lega Pro. La scelta finale, altrettanto imprevedibile come la sfera del Cusano, cadrà però sul Fondi calcio, squadra che in quel momento milita in Serie D. Tempo un anno di transizione, vale a dire un 8° posto nella stagione 2014/2015, e l’Unicusano centra la promozione nell’estate del 2016, in quanto, pur essendo arrivato 5° nel Girone H, è risultato vincitore dei play-off e soprattutto della Coppa Italia Serie D. La storica finale dei fondani contro l’Oltrepovoghera, in quel di Firenze, terminò allora ai calci di rigore, dopo uno 0-0. Determinante fu il portiere degli accademici, Calandra, che respinse i tentativi dal dischetto di Buglio e Di Placido, regalando a i suoi la vittoria del titolo e conseguentemente il miglior piazzamento possibile in vista del ripescaggio in Lega Pro. Che, com’è noto, avvenne, ma non per la prima volta, dato che il Fondi aveva già toccato il professionismo, benché in Seconda Divisione, nel 2010 e vi era poi rimasto fino al 2013, l’anno della retrocessione in D. Ma pensare che soltanto nel 2001 arrivava 12° in Prima Categoria, fa strano.
     
    Come strano è anche il destino di mister Sandro Pochesci, allenatore simbolo dell’era Unicusano. Il progetto nasce e continua tuttora con lui che è al primo anno fra i professionisti. L’anno scorso, nel mese di febbraio, aveva lasciato il testimone a Mariani (ex Pisa e Carrarese), dopo uno 0-0 deludente contro il Picerno. Si disse per motivi personali. Non c’era dunque Pochesci in panchina, quando i fondani alzarono la Coppa e festeggiarono la promozione. Lasciata la squadra al 5° posto, se l’è ritrovata in Lega Pro: “Pochesci è un allenatore antipatico”, se lo dice da solo. Le cose che non gli stanno bene, non ci pensa su due volte. Pur essendo partito dalla Prima Categoria, e pur avendo fatto a lungo il doppio lavoro, oggi l’allenatore dell’Unicusano si è guadagnato rispetto in Lega Pro. A parole, quando c’è stato bisogno, ma soprattutto coi fatti. La sua squadra è stata una delle rivelazioni del girone C (foto unicusano.it), e non fosse per queste ultime 5 partite, una brusca frenata di 4 sconfitte e 1 pareggio, occuperebbe certamente la parte alta della classifica. Al momento è al 12° posto, ad un passo dalla zona play-off. Pesano gli scontri diretti di marzo e aprile, prima col Siracusa, poi con Casertana e infine con la Paganese, tutte squadre che ora le stanno sopra. Più dolorosa degli altri, proprio quest’ ultima sconfitta, effettuata con sorpasso. Ma la soglia dei play-off è ancora alla portata, visto che il Catania chiude il treno delle aspiranti a quota 42 punti, e l’Unicusano è a 41. Domenica, contro il Messina, allo stadio Purificato di Fondi, un'altra partita fondamentale; per scalciare verso il basso le pretese dei siciliani a -3 punti, e per continuare a sognare ciò che a inizio anno era impensabile.
     
    Bisogna ricordare l’ottimo girone di andata dell’Unicusano, e in particolare la sua specificità di ammazza-grandi, o se volete di arresta-grandi: il 25 settembre ha pareggiato 2-2 con la Juve Stabia in casa, poi, il 28, 1-1 col Catania; ha vinto in ottobre col Siracusa, ha pareggiato a novembre a Lecce e col Matera, per poi chiudere l’anno con la vittoria memorabile a Foggia (2-3), ribaltando un parziale di 2-0, e guadagnarsi un punticino niente male col Francavilla. 27 punti in 19 partite, l’andata, di cui 6 vittorie, 4 sconfitte e ben 9 pareggi. Se confrontiamo però le prime 14 partite del girone di ritorno con le prime 14 stagionali, troviamo una significativa differenza: mentre allora raccoglieva 21 punti (5 vittorie, 6 pareggi, 3 sconfitte), oggi ne ha accumulati 15 (stesso numero di pareggi, 2 vittorie in meno e qualche sconfitta in più, pensiamo alle ultime..). Non resta che augurare alla squadra sorvegliata dal Cusano di riprendersi e riaggiustare la mira, per centrare nuovamente i cerchi dei play-off.

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