Vicenza e Torino:| Gli amatissimi nemici
Se c'è una società con cui il Toro di Cairo in questi anni ha intessuto splendidi rapporti, arrivando a stabilire una collaborazione radicata e forte pure sul mercato, questa è il Vicenza. O, per meglio dire, questa era il Vicenza. Era, sì, perché adesso le cose sono cambiate: e il presidente granata non lo ha mandato a dire, ha indirizzato le sue invettive direttamente al dg veneto Cristallini, a Milano nei saloni del calciomercato. Il quale, a beneficio di chi non lo ricordasse più, del Torino era stato anche un amato capitano, oltretutto in una delle squadre più deboli e peggio assortite dell'ultracentenaria storia granata, alla metà degli Anni Novanta.
L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza cairota è risultata essere la gestione della compartecipazione di Gorobsov. Il Torino avrebbe voluto acquisire l'intera totalità del cartellino del regista italo-argentino, o quantomeno arrivare a una definita definizione di quella compartecipazione: come dire, prendere o lasciare. Il Vicenza invece aveva convenienza a mantenere invariata la situazione, perché di lì a poco avrebbe potuto cedere il proprio 50% del cartellino al Cesena, con cui i veneti - parallelamente - trattavano un altro giocatore. Il peccato del Torino, in un certo senso, è stato quello di fidarsi. Senonché col passare delle settimane la vicenda Gorobsov è diventata persino paradossale, col giocatore ai margini del Toro e pure in una situazione di impasse relativamente ai rapporti col Vicenza. E com'è noto, pur di giocare Gorobsov la scorsa settimana ha accettato la proposta del Timisoara, squadra che milita nella seconda serie del campionato rumeno.
Negli anni scorsi Toro e Vicenza avevano trattato il possibile ritorno a casa di Paolo Zanetti, senza però trovare l'ultimo accordo. Situazione che si è ripetuta alla fine di agosto, relativamente a Sgrigna. Che in realtà è stato un sogno del Vicenza più che una reale opzione di uscita dal Toro. Senonché, nell'incertezza, l'attaccante granata ha palesato al suo procuratore Urbani la sua assoluta certezza: 'Se devo andare via da Torino, o Vicenza o niente'. Ci avrebbe poi pensato il ds granata, Petrachi, a spazzar via ogni equivoco, dichiarando l'incedibilità di Sgrigna. 'Non posso negare che quella notizia mi abbia fatto un grande piacere - ha quindi commentato Sgrigna - perché nel Toro si possono fare grandi cose e so di giocarmi il posto alla pari con tutti'. Stasera nella sua Vicenza, perché è lì che ha messo radici e solide basi per la sua famiglia, dovrà farsi rimpiangere un po' dai vecchi tifosi. Non è mai facile essere profeti in patria: anche se giocherà a casa sua, Sgrigna sarà un nemico amatissimo. Com'è diventato il Vicenza agli occhi di Cairo, dopo le ultime incomprensioni estive.
(Tuttosport - Edizione Locale)