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  • Violamania.| 4-4-2: perché no?

    Violamania.| 4-4-2: perché no?

    • Luca Cellini

    Una delle poche notizie positive arrivate dalla Nazionale italiana eliminata al primo turno dei Mondiali in Sudafrica giovedì scorso, sono le prestazioni delle prime due partite di Riccardo Montolivo, rispettivamente contro Paraguay e Nuova Zelanda. Niente di trascendentale, ma per il 25enne di Caravaggio la consapevolezza che può crescere a livello internazionale pur mancando ancora di personalità, finalizzazione in zona tiro e cambio di ritmo. Marcello Lippi, nella sua piena confusione tattica, aveva collocato il capitano viola prima nella coppia davanti alla difesa (stesso ruolo che ha ricoperto nell'ultima stagione con Prandelli, e che gli ha fatto tenere il più alto rendimento nelle sue stagioni in viola), e poi nel 4-4-2, sempre con un uomo di interdizione al suo fianco. La prova negativa di Montolivo è arrivata quando il c.t. della Nazionale è tornato ad utilizzare quel 4-3-3 che ha visto, contro la Slovacchia, il numero 18 gigliato nella posizione che Sinisa Mihajlovic sembra volergli disegnare anche per la prossima stagione: interno destro in un centrocampo a tre.

    Premesso che l'arrivo di D’Agostino rinnega l'idea tattica che la Fiorentina aveva varato tre anni fa (con la rinuncia ad un altro regista, Liverani), e che i giornalisti fiorentini in questo periodo dibattono per ore con pubblico ed opinionisti di vario genere sulla possibile convivenza tattica dell'ex Udinese e di Montolivo - neanche si trattasse della marea nera nel Golfo del Messico -, amici, parenti e conoscenti del capitano viola hanno fatto trapelare tutto il malumore di quest'ultimo per la volontà di Mihajlovic di farlo tornare in un ruolo ricoperto tanto tempo fa, che gli consente meno libertà di movimento e possibilità di rendersi lucido nei momenti chiave della partita. Senza voler togliere il lavoro al neo tecnico viola, però, la domanda sorge spontanea: perché, per far giocare la Fiorentina con il 4-3-3, si sacrificano, oltre al già citato Montolivo, tanto per fare degli esempi Jovetic a giocare come esterno d'attacco sinistro, Vargas a fare l'interno di centrocampo sinistro, o De Silvestri nel ruolo di terzino senza dovuta copertura sulla fascia?


    Gilardino ha dimostrato che con un partner d'attacco vicino, tipo le due stagioni con Mutu alle sue spalle o al suo fianco, il suo rendimento può durare dieci mesi e non sei, come avvenuto nell'ultima stagione. Da solo l'attaccante di Biella, nel 4-2-3-1 o nel 4-3-3, ha faticato, e lo si è visto anche in Sudafrica. Il buon vecchio modulo 4-4-2, con De Silvestri e Marchionni binari di destra, Pasqual e Vargas sulla sinistra, D'Agostino e Montolivo schermi davanti alla difesa - cui si possono alternare Cristiano Zanetti e Donadel -, ma soprattutto la coppia Jovetic-Gilardino, non complicherebbero di meno la situazione, sia tatticamente che a livello di strategie di mercato? Un mercato che, ad oggi, è fermo, in attesa di cedere proprio uno fra Vargas e Gilardino, non solo per lo scetticismo degli ultimi due sulla prossima stagione o per il prezzo del loro cartellino, ma anche per il loro difficile collocamento nel 4-3-3 di Mihajlovic.


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