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  • Violamania:| Lo spread è altissimo!
Violamania:| Lo spread è altissimo!

Violamania:| Lo spread è altissimo!

C'è chi parlerà di gara dell'orgoglio, dell'anima dei giocatori, del 'cuore che supera l'ostacolo' e del coraggio che sopperisce alle difficoltà. Ma sarebbe inutile analizzare così una gara come Cagliari-Fiorentina, che va letta innanzitutto per il pessimo modo in cui la squadra viola vi si è approcciata, non tanto e non soltanto per colpe sue, ma per la gestione del mercato che ha fatto sì che Delio Rossi si presentasse in terra sarda in una condizione ridicola, da barzelletta del calcio italiano. La cessione di Gilardino, seguita a quella di Santiago Silva, e soprattutto la loro mancata sostituzione a tutt'oggi, frutto di una mancata programmazione oltre che della sottostima del problema offensivo, unito all'infortunio della vigilia di Jovetic e all'insubordinazione di Cerci, che si è di fatto ancora una volta tirato fuori da solo: questi elementi devono precedere nei titoli un punto che non fa classifica, che regala quel minimo di morale che serve per evitare una nuova contestazione, ma che non cancella un trend negativo che va avanti da due anni in termini di risultati e prestazioni. In particolare andrebbe sottolineato che giocatori come Alessandro Gamberini, Lorenzo De Silvestri, Cesare Natali, Manuel Pasqual, Juan Manuel Vargas, Adem Ljajic e Riccardo Montolivo, chi in maniera maggiore e chi comunque con una presenza nello spogliatoio, da quasi 24 mesi non mostrano la benché minima volontà di invertire la tendenza in positivo e di trascinare una squadra che, a cominciare da loro, da dopo l'eliminazione in Champions League contro il Bayern Monaco è caduta in un baratro.

Ma la cosa che più preoccupa è come Diego Della Valle, autoproclamatosi primo tifoso viola ma soprattutto azionista di maggioranza della Fiorentina, non senta il benché minimo bisogno di chiedere spiegazioni su come vanno le cose, e continui a pagare giocatori professionisti che di professionale, visto la vita che fanno fuori campo e lo scarso rendimento sul terreno di gioco, hanno ben poco. A cascata, è imbarazzante che il patron Andrea Della Valle abbia detto che dopo Novara tutta questa frenesia di prendere un attaccante non ci fosse; seguito dal presidente Mario Cognigni, che non parla di squadra ma di 'compagine sportiva', che ieri ha affermato di aver visto finalmente un attaccamento alla maglia e che la stagione fin qui è appena sufficiente. Senza dimenticare l'inneffabile d.s., cui nessuno chiede conto degli 'sprechi' - 6,5 milioni pagati solo due anni fa per De Silvestri, o la fallimentare campagna acquisti estiva che ha visto arrivare Santiago Silva e Munari, passando per Lazzari -, che ha dichiarato come questo gruppo sia difficilmente migliorabile. Perché è soprattutto dialetticamente che la Fiorentina, i suoi dirigenti, i suoi vertici operativi, ha fatto salire lo spread fra quello che può definirsi un progetto e la realtà attuale.

Quando poi, alla fine, lo stesso numero uno dei gigliati dà la colpa di tutto ai tifosi, che forse in maniera troppo esasperata chiedono conto di questa che qualcuno continua a chiamare Fiorentina, il timore che sia un'operazione messa in atto dai fratelli Della Valle per trovare un pretesto e andarsene da 'vittime', pare divenire certezza. Premesso che il compito di Delio Rossi - l'unico di cui i tifosi al momento si fidano - sarà salvare la squadra quest'anno, e poi indicare a fine stagione chi tenere e chi no, spogliandosi da quell'aziendalismo che troppo lo ha marcato nei suoi primi tre mesi, cosa può fare Firenze nel frattempo? Innanzitutto mostrare il proprio dissenso con civiltà e rispetto, non scadendo in quelle forme viste dopo la sconfitta contro il Lecce. L'unico valore aggiunto che i Della Valle danno a questa Fiorentina è la solidità economica, che però non significa automaticamente voglia di investire. Il sindaco della città, lecitamente, sta provando a 'trattenere' gli imprenditori marchigiani con il progetto per il nuovo stadio, ma a far abbassare lo spread con la Firenze reale può essere solo Diego Della Valle, che pur considerando la sua squadra di calcio come un hobby non può, quando incontra qualcuno che tifa Fiorentina nei 'salotti buoni', non vergognarsi di tutti i dirigenti che al momento conducono l'unica azienda dal bilancio plurifallimentare che porti il suo cognome ed il suo marchio.

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