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  • Violamania:| Beretta, ti ricordi?

    Violamania:| Beretta, ti ricordi?

    A differenza del celebre film 'Sliding doors', in cui la protagonista - un'affascinante Gwyneth Paltrow - vive due realtà differenti a seconda che riesca a prendere o meno una corsa della metropolitana, nessuno saprà mai che Fiorentina sarebbe stata se in quella domenica di inizio gennaio 2011, dopo un primo tempo chiusosi sul 2-0 per il Brescia, al 'Franchi' di Firenze, Adem Ljajic non avesse realizzato, nei minuti finali di gara, un prodigioso gol del 3-2. Rete che non solo consegnò alla sua squadra tre benedettissimi punti salvezza, ma sigillò fino a fine stagione la panchina del tecnico Sinisa Mihajlovic. Una cosa è certa: non si sa se i gigliati - capitanati allora da Riccardo Montolivo - si sarebbero salvati, se non avessero vinto quella partita, ma il cambio di allenatore sarebbe con tutta probabilità avvenuto, visto che Mihajlovic, contattato dall'Inter l'estate successiva, era una sorta di 'dead man walking' sulla panchina della Fiorentina. A fare da trait d'union fra quello scontro salvezza e quello che attende domenica prossima la Fiorentina sarà il tecnico della squadra avversaria: Mario Beretta.

    Allora al Brescia, oggi al Cesena, quasi certamente l'allenatore milanese non replicherà le mosse sciagurate post-intervallo effettuate in quell'occasione, quando tolse di fatto i suoi giocatori più in forma, inserendone altri che si resero protagonisti in negativo. Oggi, come alla vigilia della sfida di 13 mesi fa, la gestione tecnica della Fiorentina non convince per niente, e se evidentemente cambiano gli allenatori ma la squadra ancora non gira, un po' colpa di chi ha scelto i giocatori, non ha saputo valutarne le motivazioni e li ha difesi, sarà certamente. Da quando il 'capitano' Diego Della Valle ha abbandonato per primo la nave, mentre affondava sotto i colpi di mercato sciagurati del d.s. Corvino, avvallati dal subcomandante fratello Andrea, l'imbarcazione viola ha subito un inabissamento pericoloso. Per cercare di evitare il nubifragio definitivo servono inanzittutto tre punti, da conquistare obbligatoriamente domenica prossima contro il Cesena.

    In questo momento serve certamente unità di intenti, e bene ha fatto la società a promuovere un'iniziativa che favorisca un maggiore afflusso di tifosi allo stadio. Inoltre sarebbe bene che, esattamente al contrario di quanto avvenuto qualche settimana fa, con la stucchevole polemica con la piazza che ha 'svuotato' la prima fila della tribuna autorità, i proprietari viola contro il Cesena dessero il buon esempio. Se Diego è tanto tifoso come si autoproclama, per una domenica può evitare di guardare la tv dal divano di Casette d'Ete, e scegliersi la seggiolina che vuole del 'Franchi'. In questi momenti, in cui basta un niente per mandare tutto in confusione, servono segnali. Perché alcune volte ti salva la vita un gol di Ljajic, o le sventurate scelte di un tecnico avversario; più spesso a fare la differenza è il lavoro del club, prima di una partita. Ecco perché domenica, prima del fischio finale, quando Amauri e Jovetic batteranno il calcio d'inizio, sarebbe bello guardassero proprio lì, in tribuna autorità, e trovassero gli occhi complici del padrone, che li aiuta e sostiene dal vivo, nel momento in cui ce n'è più bisogno. Per quanto riguarda Firenze, non c'è bisogno di fare appelli: quando c'è stata urgenza di cuori viola, lei non è mai mancata.

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