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  • Violamania:| C'era una volta la Fiorentina

    Violamania:| C'era una volta la Fiorentina

    • Luca Cellini

    C'era una volta, non tanto tempo fa, una società di calcio modello, che era rispettata fuori dal campo per manifestazioni come il terzo tempo ed il fair play, e temuta sul rettangolo di gioco, giunta per tre anni al quarto posto e un anno al terzo, al netto delle penalizzazioni di Calciopoli, produttrice di un gioco che la rendeva punto di riferimento anche per elementi della squadra avversaria, che giocassero nel Barcellona o nel Lione. C'era una volta, esattamente un anno fa, un club che, reduce dalla vittoria a Siena, era per l'ennesima volta alla caccia di una qualificazione in Champions League, alle soglie degli ottavi di finale di Tim Cup, e avrebbe affrontato il Bayern, reduce da un girone di qualificazione chiuso al primo posto nel torneo per club più importante d'Europa. A raccontare che oggi la Fiorentina - la squadra cui faccio riferimento -, è invischiata nelle parti basse della classifica, è l'unico club professionistico senza vertici societari effettivi e con diversi 'casi' che la circondano (non ultimo quello di Adrian Mutu), sembra uno scherzo, agli occhi di chi ha visto il recente passato.

    Il club viola invece sta proiettando, comunque la pensiate su quanto accaduto nell'ultimo anno solare in casa gigliata, un reality show di pessimo gusto, in cui giornalisti, tifosi, simpatizzanti, appassionati di cose di casa Fiorentina, certamente non si stanno divertendo. Accade di tutto e di più, in un moto senza freni di episodi negativi, come una pallina lanciata su un piano inclinato. E' un periodo brutto in cui ciò che più preoccupa è la divisione sempre più netta della città sui singoli episodi. La cosa più bella di quel periodo magico del club viola, chiusosi circa un anno fa, era l'unione di intenti: le varie componenti della Fiorentina erano tutte sullo stesso fronte, e la chiarezza, soprattutto da parte dei vertici del club, verso piazza, tifoseria e realtà cittadina, era il marchio di fabbrica. Oggi si vive di contro una fase di depressione e incertezza, che è la cosa peggiore che ci possa essere nel mondo del calcio.

    Tanti, troppi gli errori fatti, in particolare da parte di chi deve amministrare questo club e non lo ha fatto. Ogni giorno c'è una sorpresa, e le comunicazioni su ciò che avviene nel reality viola sono scandite da comunicati stampa e da dichiarazioni contraddittorie dei vari dirigenti del club. Una sconfitta per tutti gli attori principali del mondo gigliato, che fa più male delle tante ottenute sul campo dalla squadra di Mihajlovic quest'anno, davanti ad una città che si è dimostrata invece straordinariamente civile, rispettosa, e tanto paziente. E che sicuramente, proprio la pazienza ha finito, e urla, in silenzio, educatamente, da tanto, troppo tempo, un acquisto per gennaio determinante per uscire da questo periodo. Il suo nome è Rispetto.

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