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  • Violamania:| Cittadella? Meglio un acquisto
Violamania:| Cittadella? Meglio un acquisto

Violamania:| Cittadella? Meglio un acquisto

  • Luca Cellini

L'azionista di maggioranza della Fiorentina Andrea Della Valle, esattamente una settimana fa, dal ritiro della squadra gigliata nel Mugello, ha fatto capire finalmente a chi ancora non lo aveva intuito, il motivo delle sue dimissioni da presidente del club viola. 'Fino a quando a Firenze non si capirà che la Cittadella Viola non è un qualcosa di economicamente vantaggioso per i Della Valle, ma una grande opportunità di crescita di tutta la città, io non tornerò presidente'.

Il minore dei fratelli Tod's però evidentemente conosce poco Firenze, o comunque la vive meno di quello che dovrebbe, per non sapere che nella città che ha rinnegato anche Dante raggiungere l'unanimità dei consensi è impossibile. Il fiorentino medio, e ancor di più il tifoso viola, non è d'accordo neanche con se stesso, e, se vi capita di seguire una partita di calcio a fianco di un supporters gigliato, non stupitevi se nel giro di un minuto, ad esempio, Riccardo Montolivo viene prima infamato per un passaggio sbagliato e poi esaltato, per uno giusto. Sulla Cittadella viola, istituzioni e tifosi, sono quasi vicino all’unanimità di consensi, ma sussistono degli ostacoli.

Molti a Firenze si chiedono quale sia oggi il progetto della famiglia Della Valle e tutto inevitabilmente passa dalla Cittadella Viola. Da quell’estate del 2008 quando la società viola investì quasi 50 milioni di euro in acquisti come Gilardino, Felipe Melo, Jovetic e Vargas, Diego Della Valle - anche lui patron dimissionario, ma solo la scorsa primavera, in aperto contrasto con Cesare Prandelli - impose al club di cui è il proprietario una politica di autofinanziamento, ovvero tutte le spese in uscita, devono essere coperte da entrate. Gli incassi arrivati dai piazzamenti in Champions League ma, soprattutto i successi nella coppa con le orecchie, non hanno mai soddisfatto il numero uno dei marchi Tod's ed Hogan che, nel calcio è disposto ad investire solo se ha un ritorno economico: ritorno che Diego Della Valle intravede nel progetto Cittadella Viola.

Solo che al progetto presentato nel settembre 2008 a Firenze, proprio la Fiorentina ha ricevuto risposte inevitabilmente elusive dalla città. Perché, al di là di ciò che pensa proprio Diego Della Valle che ha parlato di alcuni fiorentini 'rosiconi' contrari al suo progetto, le massime istituzioni cittadine e non solo stanno facendo il possibile per inserire nel piano strutturale della città l’idea di una nuova zona sportiva che vorrebbero realizzare i proprietari della Fiorentina.

Chi però segue abitualmente, come me, ogni consiglio comunale di Firenze, ed ogni conferenza stampa del presidente della regione toscana Riccardo Rossi sa che, al di là della buona volontà dei vertici regionali e cittadini, con il sindaco Matteo Renzi in prima fila, difficilmente una soluzione positiva alla vicenda è prevista, a causa dell'ultimatum fissato dai Della Valle per avere una risposta sulla Cittadella Viola: fine 2010. Perché l'area identificata per la realizzazione del progetto, quella di Castello, è ancora sottoposta a sequestro, perché le indagini si sono spostate a Roma, e quindi la priorità sull’area in termini di conclusione di tali indagini, vede proprio la zona dove costruire il nuovo stadio in ultima fila. Insomma il tempo sull’area di Castello vede al momento nuvole nere che difficilmente si dirameranno presto.

Nel frattempo, proprio perché quelle dimissioni da presidente della Fiorentina in nome del progetto Cittadella Viola paiono oggi incomprensibili, l’appello ad Andrea Della Valle è che torni indietro nei suoi propositi e convinca il fratello Diego ad eliminare questo 'autofinanziamento talebano' che costringe il club viola a mettere un cartello 'vendesi' su ogni campione. Non è 'minacciando' la città con l'assunto: 'Fino a quando non parte la Cittadella viola, noi non investiamo' che si migliorano le cose.

L'autofinanziamento ha reso la squadra viola più debole in questi anni, ed anche la conferma attuale della rosa in vista della prossima stagione, depotenziata già dall’infortunio di Jovetic, non è sicura, perché se arriva un'offerta per Gilardino, Frey o Vargas, chiunque può partire, e non è una bella prospettiva. Per sognare quello che immagina Andrea Della Valle, tornare nella competizione con la musichetta, ovvero la Champions League, rosa confermata o meno, ci vorrebbe uno sforzo maggiore degli acquisti di Boruc e D’Agostino: ad oggi, ad esempio servirebbe un bell’esterno d’attacco, alla luce degli infortuni di Jovetic e di Ljajic. Perché, se è vero che Diego Della Valle si infuriò quando nell’aprile scorso Cesare Prandelli disse che credeva alla Cittadella viola allo zero per cento, ad oggi, la priorità della Fiorentina deve essere la squadra competitiva da affidare a Sinisa Mihajlovic, e non un bel progetto che, rimane al momento, realizzabile solo sulla carta.

 

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