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  • Violamania:| Una finale di Champions

    Violamania:| Una finale di Champions

    Paradossalmente, la sconfitta contro l'Atalanta è un toccasana sia per l'ambiente che per la società. Vi immaginate cosa sarebbe successo se fosse giunto il quinto risultato utile consecutivo, magari la terza vittoria di fila, dopo i blitz contro Milan e Roma? Già dopo gli ultimi sussulti di classifica a Firenze si respirava un'aria spocchiosa, quasi arrogante. Le frasi tipiche erano 'Visto a giocare senza Montolivo?', oppure 'La salvezza è una passeggiata, siamo stati solo sfortunati fino ad ora'. Il trionfo del 'ma forse...'. Come direbbe Diego Della Valle, in città esistono degli 'inquinatori di pozzi'. Ma se mister Tod's si riferiva, quando ha usato tale espressione, alla stampa poco amica con la Fiorentina, è giusto dire che tale epitero va affibbiato invece a chi, sulla scorta dei risultati degli ultimi mesi, ha provato a legittimare giocatori e situazioni che hanno portato a questo campionato, uno dei più brutti e vergognosi della recente storia viola, in cui si è registrato, per errori di programmazione, l'attacco più scarso e deficitario di sempre.

    L'anno scorso, con un finale di torneo in crescendo, i vari Cerci e Vargas (tanto per fare degli esempi) furono rivalutati. E la sterile ricerca di fare più punti di Prandelli, da parte di Sinisa Mihajlovic, legittimò la permanenza sulla panchina gigliata del tecnico serbo. La Fiorentina invece, che ha come suo unico obiettivo stagionale la salvezza (non certo una bella cosa, visto che paga l'ottavo monte ingaggi della serie A), deve avere la forza, dopo due anni e mezzo in cui si è fermata a rimpiangere il gol convalidato in fuorigioco da Ovrebo all'Allianz Arena, di stravolgere la propria rosa, e tornare a fare calcio, con una società che, nei suoi vertici, si è troppo spesso disinteressata della quotidianità. Perché serve a poco una visita ogni due anni di Diego Della Valle se quest'ultimo non si presenta in città e non traccia le linee guida della Fiorentina che verrà. Puoi vincere a Milano e a Roma, ma non puoi rimandare l'ufficializzazione delle nuove figure societarie legando il tutto al finale di torneo.
     
    Bisogna dunque predicare umiltà e avere ancora la testa abbassata e pedalare, perché la quota tranquillità non è ancora stata conquistata. Mentre Delio Rossi sapeva che a Bergamo sarebbe stata dura, e in città si parlava già di 'biscotto' con i bergamaschi, in conferenza stampa gli venivano chiesti lumi sul futuro. Ma il futuro della Fiorentina non è l'anno prossimo: è la partita contro il Novara, tutt'altro che una passeggiata. Non è una provocazione paragonare questa sfida ad una finale di Champions League. I piemontesi, al di là di quanto fatto ieri, hanno reso la vita dura a tutti, vincendo ad esempio con squadre come la Lazio. Sarà meglio che mercoledì sera si presenti allo stadio più gente possibile, perché solo con la certezza della permanenza in serie A si può avere la tranquillità di riprogettare. E i cosidetti 'smemorati' di Firenze è bene che si turino il naso, e invece di parlare di stagione sufficiente auspichino anche loro il ritorno di certi giocatori che troppo frettolosamente - non certo da Delio Rossi - sono stati accantonati: Montolivo e Gamberini. Magari fra due settimane saranno lontanissimi da Firenze, ma hanno tutto l'interesse a salvare la faccia e a dare il loro ultimo contributo alla salvezza viola.

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