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  • Violamania:| Del doman non v'è certezza
Violamania:| Del doman non v'è certezza

Violamania:| Del doman non v'è certezza

Una tifoseria che si divide sui proprietari della Fiorentina. Cori, insulti e fischi assortiti per dirigenti, giocatori e possibili tecnici futuri. Una squadra in campo senza arte né parte, che offre l'ennesimo brutto spettacolo di una stagione che va negli archivi come la seconda consecutiva fallimentare, dal punto di vista tecnico. Atleti in maglia viola che si permettono di rispondere agli insulti, e che in settimana avevano dimostrato ancora una volta mancanza di rispetto verso la città, festeggiando la salvezza fino a tarda ora, e stringendosi - in termini di dichiarazioni - intorno al compagno indisciplinato, 'maltrattato' secondo loro dall'ex tecnico Delio Rossi. Metteva i brividi l'immagine arrivata al resto d'Italia dallo stadio 'Franchi', ieri. A chiudere gli occhi sembrava impossibile che quella stessa Fiorentina fosse modello aziendale e calcistico fino al gennaio 2010. Eppure il mondo viola di oggi è difficile da raccontare a chi vive lontano dall'ombra del Brunelleschi.

Dopo essere stata senza un presidente (e di fatto quello di oggi è solo un 'tecnico' messo lì dai padroni del club), e quest'anno per gran parte del torneo senza una vera prima punta, la Fiorentina si è 'regalata' anche un campionato con un d.s. dimissionato, e ad oggi non ha certezze per il futuro. Sono stati commessi, dall'intervista alla Gazzetta di Diego Della Valle (marzo 2010) in poi, errori in sequenza. Soprattutto sono state fatte scelte e valutazioni con superficialità e lentezza, il che inevitabilmente ha portato a risultati scarsi ma soprattutto a svuotare lo stadio. Detto che è assolutamente ingiustificabile accettare cori di insulti verso una proprietà che come detto tanto ha sbagliato (così come sono vergognosi i cori che hanno ricordato l'Heysel e a sfondo etnico per Ljajic), fossimo nei panni di Andrea Della Valle, invece di abbandonare il proprio posto in tribuna autorità, dandola di fatto vinta a chi gli ha mancato di rispetto - ottima la risposta della Firenze civile, dagli altri settori dello stadio - ci domanderemmo come fare per riconquistare la propria tifoseria. Ieri si è raggiunto il record negativo di spettatori, e la vera contestazione alla società è arrivata dal 'Franchi' vuoto, prima ancora che dai cori della tifoseria.

Bisognerebbe agire con fermezza, facendo tornare la famiglia Della Valle - che per prima ha diviso i supporters viola fra quelli 'bravi', ovvero quelli che sono favorevoli al progetto della Cittadella Viola, e quelli 'cattivi', che non li sostengono con lo stesso servilismo - ai vertici del club. Basterebbe davvero poco per rilanciare la realtà viola: inserire velocemente gente di calcio in società, e poi ripartire, prima che economicamente, con la chiarezza progettuale. Perché Firenze, una città innamorata della propria squadra di calcio, non ha mai preteso investimenti economici stratosferici, ma sincerità e autorità. Perché Cesare Prandelli prima e Delio Rossi poi sono entrati nel cuore della gente? Il primo anche per i risultati ottenuti, ma come il secondo principalmente perché ha saputo parlare al cuore della città. La speranza è che Andrea Della Valle, uno che insieme al fratello ha saputo costruire un'immagine vincente ed ambiziosa di sé in tutte le proprie aziende tranne che in quella calcistica, mantenga le promesse fatte ai leader della tifoseria alla vigilia della sfida contro il Milan. Un'altra estate di illusioni e incertezze non sarebbe assolutamente tollerabile.

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