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  • Violamania:| E le chiamano riserve...

    Violamania:| E le chiamano riserve...

    Neto in porta, difesa a tre con Hegazy, Camporese e uno fra Tomovic e Savic; centrocampo con Cassani esterno destro, Llama a sinistra, Migliaccio, Romulo e Olivera; in attacco uno fra Luca Toni e Ljajic, e Mati Fernandez jolly da poter utilizzare in qualsiasi posizione del campo negli ultimi venti metri. Questa è la cosidetta squadra delle 'riserve' della Fiorentina: un nazionale brasiliano, uno egiziano, un serbo o un montenegrino, un giocatore che è nel giro dell'Under 21, un altro che è stato chiamato anche recentemente da Prandelli, un classe '91 in piena ascesa e un talento portoghese dal potenziale ancora inespresso. Il grande segreto della compagine di Montella, reduce da cinque vittorie consecutive e ora al terzo posto in classifica, è la qualità dei 'non titolari'. Proprio loro, che non hanno la maglia assicurata la domenica, rendono gli allenamenti quotidiani altamente competitivi e interessanti.

    'Se riusciremo ad ottenere qualcosa quest'anno, il merito sarà soprattutto dello spogliatoio e di quei giocatori che magari non giocano tanto, ma assicurano tranquillità alla vita quotidiana della squadra'. Questo il pensiero di Mattia Cassani, lo scorso settembre, dal ritiro della Nazionale impegnata a Modena contro Malta. Ed effettivamente le sue parole si stanno rivelando quanto mai profetiche, visto che è grazie all'intelligenza delle riserve e al grande affiatamento che si è creato nello spogliatoio viola, che la Fiorentina è così spettacolare in campo e diligente fuori. Saranno i 'non titolari' a fare la differenza, soprattutto da qui alla sosta natalizia, perché, fra campionato e coppa Italia, verranno a galla gli infortuni, le squalifiche e il logoramento fisico, e solo se chi non ha giocato tanto nei primi tre mesi si farà trovare pronto, la Fiorentina potrà continuare a sognare la vetta di una serie A che è senza padroni assoluti.
     
    Già domenica prossima sono chiamati a risposte importanti Ruben Olivera e Mati Fernandez: il primo sostituirà verosimilmente lo squalificato David Pizarro, il secondo è l'arma che i gigliati vogliono far scatenare all'Olimpico di Torino, quando i ritmi della gara si faranno più bassi. Prendano esempio, l'uruguaiano e il portoghese, da un certo Luca Toni. Arrivato per ultimo nella rosa viola, l'attaccante di Pavullo, dato per morto e sepolto, è tornato ad essere quel bomber che per primo nell'era Della Valle condusse la Fiorentina, sette anni fa, in Champions League. Toni, dunque, come esempio di professionalità e voglia di risalire le gerarchie. Di gente così i tifosi viola sentivano da troppo tempo la mancanza. Ora che sono tornati ad esserci professionisti del genere, giusto non fermarsi ma provare a confermarsi, grazie anche a queste riserve, che sono tutt'altro che seconde scelte per Vincenzo Montella ed il suo staff tecnico. 

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