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  • Violamania:| Grazie Roma, perché...

    Violamania:| Grazie Roma, perché...

    Ingenerose, inappropriate ed intempestive. Così è giusto giudicare le parole dell'ex d.s. viola Pantaleo Corvino, rilasciate ad un quotidiano sportivo sabato scorso, e che ricostruiscono la storia recente della Fiorentina secondo il suo punto di vista, che oggettivamente assai si discosta dalla realtà, soprattutto per quanto accaduto dopo il licenziamento di Cesare Prandelli. Era prevedibile che, prima o poi, Corvino avrebbe fatto fuoco e fiamme a mezzo stampa sul suo mancato rinnovo di contratto, ma quello che è emerso, analizzando il suo punto di vista sull'ultima parte della sua gestione tecnica della Fiorentina, è qualcosa di non veritiero e non giustificabile. Premesso che la punzecchiatura a Prandelli, tecnico da lui scelto nell'estate del 2005, sembra una vendetta per l'amore che la gente di Firenze gli ha riversato (a scapito del dirigente), sembra inspiegabile vantarsi di aver lasciato la rosa, la scorsa estate, con pochi giocatori, visto che proprio quest'ultimi, quelli più importanti, hanno deciso di non rimanere per colpa della cattiva gestione dello stesso Corvino (vedi il caso Montolivo). 

    L'uomo di Vernole poi rasenta la megalomania prendendosi meriti per degli acquisti sui quali proprio non ci può essere la sua firma. Vero, Hegazy ed El Hamdaoui erano operazioni già concluse lo scorso gennaio (anche se ridicola è stata la giustificazione del fax per il mancato arrivo a Firenze dell'attaccante); Roncaglia però è 'roba' di Eduardo Macia, così come Borja Valero, tanto che lo stesso spagnolo ha più volte detto che il suo pensiero, fino alla mancata salvezza del Villarreal, era unicamente per il club spagnolo, che è retrocesso nel maggio scorso, quando Corvino alla Fiorentina era un lontano ricordo. Avrebbe fatto una figura migliore a stare in silenzio, l'ex d.s., perché tanti sono stati gli errori commessi che solo il tempo, forse, avrebbe rivalutato il suo lavoro, in un'ottica complessiva dei quasi sei anni trascorsi in riva all’Arno. Un grazie, per questa Fiorentina tornata al vertice della serie A, più che a Corvino va detto ad Andrea Della Valle, ma anche a Macia e Pradè, capaci di fare un mercato, l'ultimo, pieno di giocatori talentuosi e uomini veri (non come gli assistiti di quel procuratore che tanti affari ha fatto con l'uomo di Vernole), chiudendo pure con un ricco surplus economico vista la cessione di Nastasic. 

    Un grazie sentito però va dato anche alla Roma, prossima avversaria in campionato: se Franco Baldini non avesse litigato con Montella, nel giugno scorso, per il possibile ritorno di quest'ultimo sulla panchina giallorossa, oggi - per volontà del presidente esecutivo Mario Cognigni - a Firenze ci sarebbe Claudio Ranieri. I giallorossi si sono liberati anche del fosforo di David Pizarro, e dai 'lupachiotti' viene anche Aquilani, oltre che ovviamente Pradè, il quale tanto - per sottolinearlo a Corvino e alle sue 'vedove' - ha già pareggiato il colpaccio della cessione Felipe Melo con quella di Nastasic, aggiungendoci le operazioni Cuadrado, Viviano e Tomovic. Tornando alla Roma: nel sabato dell'Immacolata la Fiorentina è chiamata ad un riscatto a livello di gioco e di mentalità, dopo due pareggi che hanno parzialmente ridimensionato i sogni europei. L'arma per battere la squadra di Zeman? Le palle inattive, su cui i giallorossi non sono molto preparati. Tocca, quindi, a Gianni Vio, collaboratore eccellente in questa specialità dello staff di Vincenzo Montella. Anche lui ha lavorato a Roma, e anche lui non è un prodotto di Corvino. A quest'ultimo ricordiamo ancora una volta il detto: 'Un bel tacer, non fu mai scritto'.

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