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  • Violamania:| Il bicchiere è mezzo pieno

    Violamania:| Il bicchiere è mezzo pieno

    Cosa volete che sia questo mese di gennaio, per quei tifosi della Fiorentina che certamente non hanno dimenticato lo squallido lungometraggio, fatto di protagonisti ed episodi grotteschi, ambientato fra la metà di febbraio del 2010 (col fuorigioco non segnalato da Ovrebo contro il Bayern) e il maggio del 2012 (la fine della scorsa stagione)? Un punto in quattro partite di campionato e un'eliminazione dalla Coppa Italia non sono neanche lontanamente paragonabili a due tornei che hanno visto i gigliati lottare più per la salvezza che per il ritorno in Europa, e certamente non esiste una singola partita della fine della gestione di Prandelli e di tutte quelle del duo Mihajlovic-Rossi che sia lontanamente paragonabile, ad esempio, al primo tempo con il Pescara, o ai 120 minuti di Tim Cup contro la Roma. Certo, i problemi ci sono, altrimenti non si spiegherebbe la discesa repentina negli ultimi 40 giorni dal terzo al sesto posto in classifica. Sui portieri, ad esempio, è stata fatta molta confusione, e si è vista tutta l'inesperienza nel gestire certi equilibri da parte di Vincenzo Montella, mal supportato sul tema anche dalla dirigenza, che avrebbe dovuto indicare delle linee guida che non portassero alla confusione di ruoli fra Neto e Viviano. Ma è giusto vedere le cose con occhio benevolo, perché i segnali per dire che il bicchiere è comunque mezzo pieno, ci sono eccome.

    Se l'inverno di tre anni fa fu contraddistinto dal lento allontanamento della famiglia Della Valle dalla città e dalle cose di casa Fiorentina, oggi al vertice c'è invece la passionalità di Andrea, che ha rilanciato tecnicamente ed economicamente, sottolineando così quanto egli creda nella sua squadra di calcio, regalandosi e regalando a tutti i tifosi viola una campagna acquisti 'di riparazione' che è giusto definire sontuosa. Rafael Wolski e Matias Vecino rappresentano prospetti molto positivi da far crescere, Martin Compper potrebbe rivelarsi non solo un semplice comprimario, Momo Sissoko è un più che dignitoso centrocampista, ma soprattutto c'è la 'gemma' Giuseppe Rossi, che significa 'vogliamo un futuro vincente'. Fareste a cambio con quel poker fallimentare di soltanto tre anni fa, composto da Felipe, Bolatti, Ljajic e Keirrison? E vogliamo parlare della dirigenza? Allora Prandelli era stato di fatto sfiduciato da Diego Della Valle, mentre oggi c'è un allenatore in fase d'ascesa, certamente ancora inesperto, ma affamato di successi. Inoltre Pradè e Macia sono garanzia di progettualità e buona fede lavorativa.

    Come detto i problemi ci sono, e non vanno certamente nascosti. In questo momento di difficoltà dovrà emergere la compattezza dello spogliatoio, che potrà esserci solo se sarà compatta anche la società. La piazza è stata perfetta: in altri tempi, dopo un periodo di digiuno da tre punti, sarebbe successo il finimendo. Oggi Firenze, di cui tanti parlano senza conoscerla, ci ha messo pazienza, e una lungimiranza che andrà cementificata da una - si spera - immediata inversione di tendenza nei risultati, fin da domenica prossima. Non bisogna disperdere quell'entusiasmo e quella magia ritrovati nei primi mesi freddi di questo campionato. Parma o non Parma, con il vero Jovetic si spera finalmente di nuovo attore protagonista sul campo, e con qualche certezza tecnico-tattica in più, la Fiorentina può tornare a divertire e divertirsi. Le basi ci sono, l'ottimismo non è del tutto svanito, adesso è solo tempo di fare al più presto quei tre punti che regalerebbero tranquillità e voglia di riacquistare i sogni da grande.

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