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  • Violamania: il bilancio sul mercato, tra una squadra migliorata e i prestiti paradossali

    Violamania: il bilancio sul mercato, tra una squadra migliorata e i prestiti paradossali

    • Giacomo Brunetti
    Tempo di bilanci, la porta si è chiusa. Il nuovo format del mercato ha sancito i suoi verdetti, adesso le analisi prima del fischio d'inizio.

    In porta, la Fiorentina si è tutelata per gli anni a venire, a meno di prevedibili plusvalenze. Alban Lafont ha il futuro dalla sua parte e il suo acquisto dal Tolosa ha ricoperto un'importante fetta del budget a disposizione degli addetti ai lavori. Anzi, viste le sue capacità, i quasi otto milioni sono un prezzo in linea con le dinamiche che vigevano almeno cinque anni fa. Salutato Marco Sportiello, Corvino e Freitas hanno sondato vari profili, tenendo nascosto quello concretizzato. Lafont, adesso, blinderà la porta viola dopo un pre-campionato in cui è stato sicuramente il migliore nelle amichevoli.

    Parlare della difesa non è facile, specialmente da quel fatidico giorno di marzo. Analizzarla è più leggero: la linea titolare è la stessa, con Nikola Milenkovic che ha ormai scalzato Vincent Laurini sulla fascia destra. Un compromesso, quello di Pioli, che non soddisfa pienamente i tifosi: il serbo è un centrale e lo spostamento potrebbe limitarne le capacità. Sicuramente, le riserve sono più affidabili. David Hancko, inoltre, dona un'alternativa a Cristiano Biraghi, quella che non riusciva a essere Maximiliano Olivera. E a destra c'è una rinnovata abbondanza.

    La questione legata al centrocampo è quella maggiormente spinosa. Non c'è un altro Milan Badelj, poco da fare. La Fiorentina ha optato per caratteristiche diverse a quelle del croato davanti alla difesa: vuoi per necessità, vuoi perché i calciatori come Badelj costano e sono fuori dai parametri gigliati. Christian Norgaard avrà bisogno di un periodo d'adattamento - ma anche lo stesso nuovo calciatore della Lazio, al suo arrivo ai tempi di Vincenzo Montella, ne usufruì - e Edimilson è tutto da valutare, specialmente per l'infortunio che lo ha escluso dai giochi per larga parte della scorsa stagione. Se Jordan Veretout e Marco Benassi sono gli stessi dell'anno passato - auspicandosi una maggiore continuità da parte dell'italiano - la scommessa Gerson sarà l'ago della bilancia per il salto di qualità, lottandosi il posto con Bryan Dabo. Unico neo, il prestito secco: comunque vada, a fine stagione, sarà la Roma a riabbracciarlo.

    Il salto di qualità, invece, è arrivato in attacco. C'è voluto del tempo, molto, troppo, ma alla fine conta il risultato. E Marko Pjaca è un nuovo giocatore della Fiorentina. Numero 10 sulle spalle, con l'obiettivo di consacrarsi in un tridente da sogno con Federico Chiesa e Giovanni Simeone, per i quali i viola hanno respinto oltre ottanta milioni di euro. Giù i pensieri su quel controriscatto bianconero. Dietro c'è Kevin Mirallas, pronto anche lui al rilancio dopo l'ultima annata offuscata tra Everton e Olympiakos. Tanti giovani tra le riserve, da Vlahovic a Graiciar. Finalmente. Corvino è riuscito a piazzare Riccardo Saponara: comunque andrà, due milioni sono ripresi. Il riscatto a nove sarà trattabile, com’è logico che sia: potenzialmente una plusvalenza, grazie all’ammortamento. Una cessione dovuta, una delusione inaspettata alla partenza. Peccato, Ricky, avresti meritato un’altra carriera per le tue qualità.

    Un mercato più che sufficiente, da 7 in pagella, dove i titolari sono arrivati in prestito e le riserve a titolo definitivo, dove ci si è ridotti all'ultimo a sfoltire la rosa e il compito, ancora, non è totalmente riuscito. Ma la squadra, nel suo complesso, è migliorata, nell'undici di partenza e nelle rispettive alternative. Parola al campo, la meta finale deve essere il ritorno in Europa. Sulla carta, ci sarà da divertirsi.

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