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  • Violamania: imparare dagli errori

    Violamania: imparare dagli errori

    'Ci sono dei problemi fra di noi fin dal ritiro estivo che dobbiamo risolvere. O lo facciamo tutti insieme, o caliamo a picco'. Alessandro Gamberini quella sera all'Olimpico di Roma non ci ando' leggero con le parole. Fu molto schietto, come un paio di anni dopo non si ripete', nel ruolo di capitano, per parlare dei problemi di una Fiorentina che, era appena uscita sconfitta per tre a zero dalla Lazio, in una fredda sera di fine settembre. Era il 2008 e sembra una vita fa, eppure i termini di paragone con quell'estate sono tanti con quella di oggi. I Della Valle infatti misero nella tasca dell'allora d.s. gigliato Pantaleo Corvino un assegno di 50 milioni di euro da spendere, e l'uomo di Vernole non si fece pregare, acquistando gente del calibro di Gilardino, Vargas e Jovetic, con l'oggi presidente onorario Andrea che dichiaro': 'Scordatevi che ripeteremo una campagna acquisti come questa'. La stagione quell'anno li' si raddrizzo', con una qualificazione Champions acciuffata all'ultima giornata, anche se proprio nella prima esperienza nella coppa dalle grandi orecchie fu tutto fuorche' brillante. Ripensando ad allora c'è la stessa euforia incredibile, gli stessi voli pindarici, la stessa irrazionalità poco lucida nel fare campagna acquisti. 

    Qualcosa però è cambiato ed è stato il capitano Manuel Pasqual a raccontarlo venerdì scorso dal ritiro di Moena: ora quella società che secondo l'ex tecnico gigliato Cesare Prandelli andava ad una velocità diversa, piu' lenta, rispetto ai risultati della squadra, si è data una scossa ed ha cambiato marcia, organizzandosi dal punto di vista dirigenziale, organizzativo e di programmazione. Nel calcio di oggi, specie italiano, a vincere prima ancora che i giocatori in campo, sono i club nel loro lavoro quotidiano. E se ad esempio prima non era difficile dover attendere l'arrivo di presidente esecutivo e patron, il venerdì, per attivare la macchina decisionale della Fiorentina; nel mondo viola attuale si viaggia in tempo reale, piu' o meno alla stessa velocità con cui Cuadrado percorre piu' volte la fascia destra. Non è una banalità dire che non servono i blitz fra le montagne della Val di Fassa di Andrea Della Valle, se non ci fosse chi a Firenze pensa ai lavori di ristrutturazione del 'Franchi', o al marketing in vista della prossima stagione, insomma vi fosse chi fa il cosidetto lavoro sporco e oscuro, e non finisce mai sotto la luce dei riflettori.

    Con la cessione di Jovetic al City e non alla Juventus, con l'acquisto di Ilicic prima del rinnovo di contratto di Ljajic, non solo sono stati mandati segnali di affidabilita' e sicurezza all'esterno e all'interno dell'ambiente Fiorentina, ma si è dimostrato che la programmazione e l'orgoglio sono elementi essenziali della realtà viola. Una rosa già quasi pronta a fine luglio vuole significare che magari ci potranno essere degli intoppi nei risultati nella prossima stagione, ma che tutte le condizioni per fare bene e migliorarsi sono state poste. Dietro il sudore dei ragazzi in maglia gigliata, c'è il fervore di voler crescere e superarsi, e dare uno schiaffo morale a chi nel finale dello scorso torneo ha giocato sporco con i sentimenti dei tifosi della Fiorentina.

    Certo, tutto è ancora migliorabile, e certe questioni irrisolte dei rinnovi di contratto di tecnico e alcuni giocatori (Pasqual su tutti) andranno risolte, così come alcune frizioni fra dirigenti del club, che sono sempre lo specchio di due anime della società di via Manfredo Fanti, ma l'aria è finalmente pulita, e Mario Gomez o no, la gente ha ripreso a fidarsi. Che però era quello che i supporters viola, anche quelli definiti 'pseudotifosi' avevano sempre chiesto alla proprieta': riappropiarsi dei propri colori e vedere che la Fiorentina era anche passione e non solo un costoso passatempo per un gruppo di imprenditori tutt'altro che sprovveduti. 


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