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  • Violamania:| Io voto... Freyc!

    Violamania:| Io voto... Freyc!

    • Luca Cellini

    Esattamente due anni fa, il 22 luglio 2008, Adrian Mutu metteva in scena il 'teatrino' più strano della sua carriera. La trattativa per la sua cessione alla Roma, dopo un lungo tira e molla da parte del club giallorosso (intento a racimolare i diciannove milioni di euro richiesti dalla Fiorentina); ma, dopo il 'blocco' operato dal tecnico Cesare Prandelli, il tornare indietro del Fenomeno di Calinesti. Un'operazione che, vista con gli occhi di adesso, viene maledetta dai tifosi viola: allora vedevano come incedibile Mutu, ma alla luce dei numerosi infortuni, del caso simbutramina e del contenzioso con il Chelsea, oggi scambierebbero volentieri il rumeno con il Pandev o l'Arshavin che sarebbero arrivati per sostituire il 31enne numero 10 viola due estati fa.

    Quella trattativa interrotta da Cesare Prandelli, che a due settimane dal preliminare di Champions League non si voleva privare del giocatore più forte (anche attualmente) della rosa, segnò l'inizio della fine dei rapporti fra il tecnico di Orzinuovi ed il dimissionario patron viola Diego Della Valle. Questa proprietà, lontana da sentimenti di riconoscenza, non ha mai guardato all'amore dei tifosi per i propri calciatori o tecnici più rappresentativi, tanto da aver sempre rinnegato l'idea - se non recentemente con il progetto Museo del calcio - di 'storia della Fiorentina'. Il caso Sebastien Frey degli ultimi dieci giorni, va in questo senso. Quattro stagioni da fenomeno per l'ex numero uno anche di Inter, Parma e Verona; la prima stagione da 'essere umano', con un ginocchio sinistro non al top, problemi ad una mano avuti in autunno, una crisi familiare all'alba del 2010, e il mancato riconoscimento del ruolo di capitano, ed ecco che arriva un dodicesimo di 'spessore' come Artur Boruc.

    La cosa che ha dato più fastidio a Sebastien - cui consigliamo di farsi aggiungere nel cognome una C, visto che nella Fiorentina di oggi va molto di moda - è stata la segretezza della trattativa per il nuovo portiere. Ma tant'è, del resto il transalpino è abituato a conquistarsi da sempre il posto da titolare. Con Avramov, al termine del riscaldamento pre-partita, c'è un gesto che i due si scambiano, che segna la loro amicizia e che vuole dire: io vado in porta, ma non per il cognome che porto, ma perché me lo sono guadagnato con il lavoro settimanale. Ecco perché, davanti ai tanti ex portieri che invitano Frey ad andare via da Firenze visto l'arrivo di un pericoloso avversario alle sue spalle, io lo invito a restare in maglia viola, salvo offerte clamorose. Andrà in panchina Boruc nelle prime partitelle? Sarà titolare ad inizio stagione? E' tutto da dimostrare, ma se così sarà, sono curioso di capire se il polacco reggera i 'mugolii' della Maratona alle prime uscite, o le urla 'Non esci mai, ciccione!' che hanno contraddistinto gli anni da Superman di Frey. Perché a Firenze ci si entusiasma per la novità e non si apprezza mai ciò che si ha. Ecco perché la famiglia Della Valle è perfetta per i tifosi viola, e quindi Frey, davanti a certe scelte, ha tutto da guadagnarci e ben poco da perderci.

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