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  • Violamania: l'acquisto migliore deve ancora essere fatto

    Violamania: l'acquisto migliore deve ancora essere fatto

    • Luca Cellini

    Ma dopo l'acquisto di Mario Gomez cosa manca alla Fiorentina se non proprio per vincere lo scudetto, almeno per lottare fino alle ultime giornate per i piazzamenti piu' alti della classifica, quelli che valgano la disputa, nella stagione 2014-2015 da parte della squadra viola, della Champions League? Quanto fatto vedere nell'ultimo torneo porterebbe a rispondere il tifoso gigliato piu' ingenuo: 'Nulla'. In realtà dal punto di vista tecnico è ovvio che una squadra è sempre migliorabile, e la rosa di Vincenzo Montella, oltre che essere pesantemente alleggerita dai cosidetti esuberi tecnici, necessità quantomeno di un portiere di livello, di un terzino destro capace di difendere a dovere e di almeno un centrocampista capace di fare gioco di rottura. Tutto quanto sopra premesso, sempre parlando di campo, al netto delle permanenze, ancora non sicure, di Pizarro e Ljajic, elementi determinanti per il recente grandissimo girone di ritorno di Pasqual e compagni. Proprio però il finale di serie A di quasi due mesi fa ha insegnato che la Fiorentina ha una pecca che deve colmare il prima possibile: un dirigente che in Lega Calcio, e nei Palazzi del potere, si faccia sentire.

    Racconto' Andrea Della Valle, quanto mai stizzito dalla pessima direzione arbitrale di Mazzoleni, qualche giorno dopo i fattacci di Fiorentina- Roma, che la società da lui presieduta non è abituata ad alzare i toni e che già usava una precisa strategia per essere garantita a livello di giacchette nere e calendarizzazione delle partite. In realtà proprio il fischietto bergamasco è incappato in un errore tecnico che al club di via Manfredo Fanti a Firenze è costato, fra introiti derivanti da tv e biglietterie che sarebbero arrivati con la conquista della Champions League, una trentina di milioni di euro. Ecco perchè è auspicabile, sempre seguendo le parole di quella serata di metà primavera, che lo stesso patron della Fiorentina torni a frequentare di persona le stanze di via Rossellini a Milano e via Allegri a Roma. Un vecchio saggio del calcio come l'ex d.s. viola Claudio Nassi racconta sempre che, soprattutto a livello internazionale, quando l'arbitro fischia il calcio d'inizio, la partita, quella piu' importante, ovvero di gestione dell'evento dal punto di vista politico, aspetto tutt'altro che secondario nel calcio, è già finita.

    Sembra passata una vita da quando Diego Della Valle diceva in un'intervista ad un settimanale straniero, che lui considerava la Fiorentina quasi come un hobby, ed ancora di piu' quando durante un viaggio in Cina esortava il fratello Andrea, tifoso gigliato nel cuore piu' che mai, a non farsi coinvolgere troppo da quella azienda calcistica che stava andando alla deriva. Proprio mister Tod's però, determinato a vincere anche le battaglie piu' difficili, si è ripreso da quell'agguato che gli fu teso prima in Lega calcio e poi con la vicenda Calciopoli, dagli altri potentati dell'azienda pallone, e ha rilanciato, prima con operazioni strategiche, ovvero con un vero riassetto societario, e riavvicinando la squadra alla sua gente (ed anche chi criticava in maniera feroce la proprietà, non aspettava altro che un atto d'amore di chi la guidava, prim'ancora che super acquisti) e poi predisponendo azioni tese a far crescere di livello e prestigio tutto il mondo gigliato. Infine l'atto decisivo, la presenza proprio dell'imprenditore marchigiano, al fianco del fratello, nella tribuna autorità, oggi piu' invidiata dal resto d'Italia che mai. Premesso che fa benissimo Vincenzo Montella a togliere pressione ai suoi uomini, consapevole lui per primo che nella stagione che verrà sara' già difficilissimo ripetere il miracoloso quarto posto, che era in realtà meritocraticamente un terzo a tutti gli effetti, dell'ultimo torneo; ora la Fiorentina deve tornare a metterci la faccia con i fratelli Della Valle dove tutto viene deciso. Loro, sostenuti da una piazza unita ed innamorata come non mai oggi, possono condurre una battaglia soprattutto in Lega Calcio, a tutela non solo degli interessi in chiave viola, ma di tutto il pallone italiano, che può e deve svoltare, soprattutto se a prendere le decisioni si metteranno come capi fila imprenditori che sono da esempio in tutti i settori della loro vita, e che sono tornati a mettere sul piatto tutto il loro potenziale di prestigio, ricchezza e valore assoluto. 

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