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  • Violamania: L’addio dell’uomo a cui avevano rubato un sogno

    Violamania: L’addio dell’uomo a cui avevano rubato un sogno

    • Stefano Del Corona
    Ci sono i sogni e c’è la realtà. Ci sono i sognatori e quelli che amano invece stare coi piedi per terra anche quando non ci sarebbe bisogno di farlo.

    Nella prima categoria ci possiamo mettere anche Paulo Sousa, il primo Paulo Sousa versione Fiorentina tanto per essere più precisi, quello che, pronti, via! era riuscito ad issarsi in vetta alla classifica con una squadra che non era certo da vertice. Poi è capitato che quel Sousa lì abbia chiesto alla propria società uno scatto in avanti ed è rimasto invece scottato. Parliamo del gennaio 2016 e di quel famoso mercato che ha di fatto affossato tutte le velleità di conquista di un posto al sole della sua Fiorentina invece che dargli quella benzina di cui aveva bisogno. Sousa ha così finito di essere l’uomo che sognava in grande ed è diventato l’uomo a cui hanno rubato un sogno, usando più o meno toni ed argomenti espressi dall’allenatore portoghese. E da lì tutto è andato a rotoli. Lo sperimentatore illuminato e il creatore di una macchina fantasiosa e spettacolare ha mollato gli ormeggi e ci ha regalato, conferenze stampa senza senso e, quello che è peggio, ha dimostrato, almeno apparentemente, disinteresse verso tutto quello che riguardava Firenze e la Fiorentina.

    Certo, avere a che fare tutti i giorni, o quasi con il famigerato ‘demotivatore’ interno non è facile per nessuno, ma l’ultimo anno di Sousa si è trasformato in un mezzo incubo con punte tragicomiche come l’eliminazione, che ancora grida vendetta, in Europa League contro il Borussia Monchengladbach.

    Addio Sousa (non so se è il caso di dire arrivederci), domenica c’è l’ultima sua partita sulla panchina della Fiorentina. Sicuramente il personaggio verrà ricordato come l’incompiuto a tutto tondo, l’ambizioso al quale gli avevano tarpato le ali.

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