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  • Violamania:| La fattoria degli animali

    Violamania:| La fattoria degli animali

    A voler essere ottimisti a tutti i costi, bisognerebbe ripartire dalle dichiarazioni pre-natalizie del presidente esecutivo viola Mario Cognigni, il quale aveva escluso un mercato in entrata nella finestra di gennaio. Lo stesso Cognigni aveva annunciato ad inizio 2012 una 'tempesta di idee' e 'annunci a breve' dopo la vittoria contro il Novara. Ci sono volute invece altre tre partite e due sconfitte (di cui una 'letale' negli ottavi di finale di Tim Cup contro la Roma) per acquistare un attaccante, e provare concretamente a prenderne un secondo - poi saltato -, dopo aver ceduto venti giorni prima quello titolare e pure la sua riserva, e 'scambiare' Munari, ennesimo flop estivo, con Olivera,centrocampista che proviene da una squadra penultima in classifica. Sempre andando a rileggere le dichiarazioni del periodo di mercato, è sorprendente che Andrea Della Valle (che invece di impermalosirsi per la contestazione dei tifosi dovrebbe riguardarsi tutte le mosse sbagliate negli ultimi due anni a livello tecnico e societario) abbia sottolineato, dopo la sconfitta contro il Lecce, che non c'era poi tutta questa fretta sul mercato. E pensare che proprio il tecnico Delio Rossi, alla vigilia della sfida contro il Siena del 20 dicembre scorso, aveva confessato di aver fatto richieste precise alla società. 'Vorrei non dover scambiare cani con gatti, e soprattutto mi aspetto che gli arrivi possano giungere il prima possibile'.

    In attesa di scoprire se il 'pastore italiano' Gilardino, venduto (svalutato) cinque mesi dopo aver trovato l'accordo con il Genoa, sia meglio o peggio di Amauri, che non gioca da sei mesi e che quindi molti interrogativi si porta circa la sua tenuta alla distanza, va detto che l'italo-brasiliano non è certamente l'attaccante chiesto da Rossi, il quale non voleva una prima punta ma un uomo di movimento che potesse scambiarsi le posizioni con Stevan Jovetic. L'affare El Hamdaoui (anche lui fermo da sei mesi e per giunta all'asciutto di nozioni sul calcio italiano), saltato all'ultimo istante per la presunta richiesta di una fidejussione bancaria da parte del club olandese, è la dimostrazione di come il club viola non sappia programmare, visto che non ha pensato ad alternative qualora l'operazione non si completasse, come poi è successo. Ma si sarebbe trattato, in ogni caso, di un'altra scommessa del d.s. Pantaleo Corvino, cui le ultime scelte in questo senso, da Keirrison a Castillo, passando per Santiago Silva, si sono rivelate fallimentari.

    Eppure il futuro della Fiorentina dipende ancora dalle scelte dell'uomo mercato di Vernole, delegittimato più volte nell'ultimo anno - dal caso Barreto alla scelta del post-Mihajlovic, fino alla mancata cessione di Gilardino la scorsa estate - ma 'ancorato' agli ultimi procuratori amici rimasti, ed in piena rottura con la piazza, visto che ha prima chiesto unità di intenti per il bene viola salvo poi tacciare di 'sciacallaggio' chi prova a muovere delle critiche. Detto che il 'dopo Montolivo' non è stato ancora risolto - non può esserlo l'incognita Pizarro -, e che sono rimaste in rosa le mine vaganti Cerci e Vargas, è strano che il domani della Fiorentina sia legato ad un personaggio, Corvino appunto, che non ha ancora rinnovato il proprio contratto, e che negli ultimi due anni ha azzeccato pienamente la sola scelta di Behrami. Se da una parte è difficile fare mercato con pochi euro, c'è da dire che si è arrivati a questa situazione anche e soprattutto per le operazioni fallimentari del d.s. viola. Una Fiorentina che, da quante anime opposte ha al suo interno, senza progetto e senza rispetto delle regole, assomiglia a quei personaggi della 'Fattoria degli animali' di George Orwell. Speriamo che il finale per il mondo viola sia un po' diverso da quello capitato al 'Vecchio maggiore' e i suoi compagni di rivolta.

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