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  • Violamania: paura e batticuore, Fiorentina ancora in corsa. Su Gasperini-Chiesa...

    Violamania: paura e batticuore, Fiorentina ancora in corsa. Su Gasperini-Chiesa...

    • Giacomo Brunetti
    Poteva andare meglio. Per come si era messa, poteva andare peggio. L'inizio è stato choc, la mossa di giocarsela a specchio non ha giovato, almeno in prima battuta. L'idea di schierare Dabo esterno si è rivelata un lama affilata al contrario, la difesa 'a tre' senza un vero e proprio schermo ha esposto i difensori viola a continue imbucate e, da due magie di Ilicic, in tal senso sono nati i gol di Gomez e Pasalic.

    Almeno in partenza, sì. Perché la Fiorentina ha preso fiducia, ha lanciato il cuore oltre l'ostacolo e si è affidata alla voglia e alla fame di Federico Chiesa. Quando Palomino ha stoppato un innocuo pallone, il talento viola si è scaraventato contro di lui a cento all'ora, strappandogli la sfera e involandosi verso la porta, lasciando dietro di sé solo il fumo. E se l'Atalanta aveva giocato un uno-due potenzialmente letale, Chiesa e Benassi hanno usato la stessa moneta. La girata del centrocampista italiano vale il nono gol stagionale: una cavalcata strana, perché si eclissa spesso e poi segna, lasciando interdetti. Insomma, non sai mai che voto dargli. E poi c'è Muriel, uno che con il pallone fa letteralmente quello che vuole. Quando parte, gli altri tremano. Il colombiano, insieme a Chiesa, Gomez e Ilicic rappresenta un'attrazione di questa sfida. E non ha fatto mancare la propria presenza nel trascinare la squadra: a volte troppo egoista, raramente con la scelta sbagliata in testa. C'era lui, sul secondo palo, a raccogliere il tracciante di Chiesa, pareggiando la perfetta bordata di De Roon dopo una respinta non eccelsa di Lafont, non nuovo a questo tipo di parate.

    Un risultato che lascia l'amaro in bocca e pone l'Atalanta in vantaggio. Poteva andare peggio, ripeto. Lo 0-2 traumatico poteva aver ben altre ripercussioni sulla gara e nell'ottica dei centottanta minuti. La Fiorentina ha tutte le carte in regola per ribaltare la sorte e prendersi la finale. Intanto domenica si torna in campo, sempre lo stesso avversario, stadio invertito. A Bergamo passa nuovamente l'Europa, quella che dista due punti e va combattuta su due fronti. Certo, tre gol subiti tra le mura amiche sono tanti, ma questa Fiorentina non ha paura di niente, è fatta di gomma e i problemi le rimbalzano addosso.
    Chiosa finale sull'infinita polemica tra Gasperini, Pioli e Chiesa per il rigore concesso all'andata e le parole del tecnico orobico. Va detto che, secondo il sottoscritto, il rigore non c'è e il giocatore viola accentua vistosamente la caduta. Resta da dire che, in primis, Chiesa non ha inventato l'arte della simulazione, dunque non è giusto fare di tutta l'erba un fascio, perché questo sembra il messaggio passato. In secondo luogo, seppur in accordo con Gasperini per la decisione arbitrale, esporsi con dichiarazioni forti - «Un simulatore», «Un cattivo esempio», «Difenderlo è un'offesa all'intelligenza altrui» - ha portato Chiesa dentro un vortice di scontri - vedi Ferrara, ad esempio - e ha posato un'etichetta pesante sul calciatore. Probabilmente Gasperini non se ne rende conto, ma da quell'uscita, appena Chiesa cade a terra - considerate le tante "botte" che riceve ogni partita - viene tacciato di essere un cascatore. Dunque, l'esempio diseducativo sarebbe arrivato da ambo le parti. Come dice Pioli: «Io non parlo dei giocatori avversari», e se può essere comprensibile lo sfogo a caldo, sarebbe stato saggio mettere una pietra sopra con altri termini. Per concludere, sicuramente non fa bene al ragazzo essere difeso a spada tratta. Davanti a «Quando va negli stadi trova degli ambienti contrari con questo atteggiamento», Pioli è stato un signore, come sempre: «Chiesa quando va negli stadi viene ammirato per il proprio talento» Gioco, stile, partita, incontro.

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