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  • Muriel fa il Fenomeno, ma i cambi di Pioli penalizzano la Fiorentina

    Muriel fa il Fenomeno, ma i cambi di Pioli penalizzano la Fiorentina

    • Giacomo Brunetti
    «Ma che gol hai fatto?», mima Federico Chiesa con la mano dopo la prima rete del nuovo compagno d'attacco. Fede non sa che, nel secondo tempo, Luis riuscirà a fare anche di meglio. Riceve il pallone, punta Tonelli e Sala, li brucia e fredda Audero con un tocco potente quanto basta per baciare la rete; poi con il tacco supera Andersen, sfugge alla difesa e diventa imprendibile. E Chiesa stavolta lo abbraccia mentre porta rispetto alla propria ex squadra, chiedendo scusa. La gioia viola, però, è incontenibile: vuoi per il risultato, così il gruppo lo sotterra in un fragoroso mucchio con Veretout, Gerson, Milenkovic, Pezzella. Arrivano tutti, vuoi perché una giocata del genere mancava da tempo da quelle parti, perché un giocatore che crea gol dal niente può farti davvero segnare.

    Muriel è la nuova stella della Fiorentina. Una doppietta da fenomeno, «peccato non sia stata accompagnata dalla vittoria», minimizza umilmente al termine della gara. Vero, perché tra emozioni e capovolgimenti di fronte, alla fine è pareggio. Uno spettacolare 3-3 che ha bagnato l'esordio al "Franchi" nel 2019. Se queste sono le premesse, ci sarà da divertirsi. La doppietta di Muriel sbatte però contro i tanti demeriti della Viola: si trova davanti la punizione chirurgica di Ramirez e le due reti di un infinito Quagliarella, ma gli errori della formazione di Pioli - quest'ultimo non esente da colpe - sono influenti ai fini del risultato.

    «Ci ho parlato a Malta e sono stato chiaro: mi aspettavo di più da lui. Nelle ultime gare è entrato bene»: Stefano Pioli si riferisce a Bryan Dabo, ma la sensazione è che il giocatore veramente in difficoltà sia Edimilson, centrocampista preferito costantemente al burkinabé. La differenza, però, si è notata in favore di quest'ultimo, specialmente perché lo svizzero, con la propria squadra in vantaggio, è riuscito a farsi espellere per doppia ammonizione in meno di un tempo. E se l'arbitraggio è stato rivedibile, i limiti della Fiorentina si sono palesati in tutta la loro manifesta grandezza: all'ingenuità di Edimilson si sommano il fallo di mano con cui Vitor Hugo ha regalato il calcio di rigore alla Sampdoria e la leggerezza con cui Milenkovic ha contrastato Quagliarella in occasione del momentaneo 2-3, oltre all'ennesimo gol mancato da meno di tre metri da Giovanni Simeone.

    La scena, al netto di tutto,  l'ha rubata Luis Muriel, tra i paragoni con Ronaldo e un inizio che fa ben sperare. Le voci se l'è prese anche Pioli, contro cui è stato puntato il dito a causa di cambi rivedibili e di una formazione - a centrocampo, Gerson preferito a Benassi - che ancora una volta ha lasciato a desiderare. Il pareggio di Pezzella, strappato all'ultimo con la fascia da capitano di Davide sbandierata al cielo in mezzo al boato fiorentino, è sentimento forte e punto prezioso per l'Europa, per non far scappare le concorrenti. «Noi siamo quelli che non molleremo mai!», urla l'argentino a Chiesa dopo il 3-3, talmente forte da udirlo fin da bordocampo. E ha ragione.

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