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  • Violamania: la Fiorentina non è una squadra, Simeone non è all'altezza. Ma la società che fa contro certi arbitraggi?

    Violamania: la Fiorentina non è una squadra, Simeone non è all'altezza. Ma la società che fa contro certi arbitraggi?

    • Leonardo Petri
    La Fiorentina poteva vincere ma l'Atalanta ha meritato il pareggio. In sintesi il match sta tutto qui, ha giocato meglio l'Atalanta nonostante l'ampio turn-over di Gasperini, ma l'arbitraggio di Pairetto ha fortemente penalizzato la Viola e il gol nerazzurro è giunto in pieno recupero. Detto questo, l'aspetto preoccupante è che la squadra di Pioli continua a non avere una propria identità. Anche ieri c'è stata l'invenzione in occasione del gol di Chiesa e le grandi parate di Sportiello, il resto è semplicemente buona volontà. E stavolta la squadra mi è parsa anche meno ordinata del solito, colpa probabilmente dell'assenza di Badelj, sostituito da un Sanchez che non ne ha né le capacità tecniche né le geometrie. Mi ha poi incuriosito il recupero lampo di Laurini in fascia destra, a dimostrazione che Pioli in quel ruolo non vede altri.

    Altra sorpresa l'assenza di Benassi dall'undici base, il ragazzo mi pare che a Firenze stia trovando le stesse difficoltà che stava incontrando a Torino. Capitolo a parte l'attacco. Pioli per la sesta volta consecutiva ha dato la maglia a Simeone che anche con l'Atalanta ha dimostrato di essere ancora acerbo e poco pronto a reggere da solo il peso del reparto difensivo. Al suo posto è entrato Babacar che non è riuscito a calarsi nello spirito del match, sbagliando anzi un facile contropiede che poteva chiudere la partita. La solita storia di Babacar, ogni estate potrebbe essere titolare, ogni campionato l'allenatore sceglie l'altro. Il problema è che finché i titolari erano Toni, Gilardino, Jovetic o Kalinic non vi erano problemi ad attendere il giovane Babacar. Oggi il titolare ha meno anni di lui e non mi pare sia più pronto. In pratica la Fiorentina si ritrova due attaccanti che per motivi diversi non riescono ad offrirle le garanzie necessarie. E questo è un problema enorme.

    E veniamo all'arbitro. il discorso è più ampio rispetto alla singola partita o al singolo episodio. Pairetto ha indubbiamente sbagliato e Rizzoli, che era allo stadio, non può non essersene accorto ma in un'ottica di medio-lungo periodo è molto più utile capire cosa fa la Fiorentina per tutelarsi da simili designazioni. La risposta è sotto gli occhi di tutti, non fa niente: la società è in vendita, la proprietà assente, il presidente Cognigni non è un uomo di calcio e tutti gli altri vengono mandati letteralmente allo sbaraglio. Oggi purtroppo la Fiorentina è una palestra non solo per i calciatori, ma anche per gli arbitri.

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