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  • Violamania: presuzione ed appagamento?

    Violamania: presuzione ed appagamento?

    Solo una formazione poteva rovinare una sceneggiatura che nei film americani va molto di moda, ed il suo nome è Fiorentina. E'piena la cinematografia di 'block buster' che prevedono una squadra che coltiva grandi sogni,e che nel giro di una partita perde il suo giocatore migliore, dopo che deve già far fronte a diverse defezioni, che va sotto per un colpo sfortunato e che poi viene risollevata da quell'atleta che sembrava un reietto, un dimenticato da tutti, una scommessa ormai persa, con tanto di 'happy ending' scontato alla fine. Ma se hai il cuore gigliato e nelle tue vene scorre sangue viola, sai benissimo che non può esserci una dolce conclusione ai sogni, perchè qualcosa inevitabilmente, presto o tardi li rovinera'. E così è andata anche lunedì sera: tutto perfetto fino al gol di Vargas, quel giocatore piu'famoso per essere finito piu' nelle pagine di cronaca locale che per le gesta su un campo sportivo, e poi a dieci secondi dalla fine prendi gol dalla riserva fino a tre anni fa del numero 66 viola, e che per giunta ha un cognome, ironia della sorte, che sa di beffa a Firenze: Gobbi.

    Giusto o non giusto che sia, il pareggio contro il Parma serve a non nascondere sotto il tappeto tante piccole verita'. Partendo dal buono innanzitutto va menzionata questa piccola resurrezione del 'Loco' peruviano, ad un passo dall'addio del calcio e tornato a brillare di luce propria, con una tifoseria, quella viola, che si è dimostrata ancora una volta assai piu' matura di cio' che si pensi lontano da Firenze. Nessuno si è mosso dal proprio posto in curva Fiesole nell'intervallo del posticipo della sesta giornata al 'Franchi': tutti pronti ad applaudire come se niente fosse accaduto nelle ultime due stagioni a quel mancino che sulla fascia ai tempi della Champions sembrava un'ira di Dio. Vargas pare essere tornato, ma una partita non cancella il nulla dimostrato dal prossimo 30enne di Lima che dovra' dare continuità di rendimento e non mollare nel momento di massima esposizione mediatica, dopo essere finito nel dimenticatoio soprattutto per colpe sue

    Il fattore da non dimenticare e che sta incidendo tremendamente sui recenti risultati viola, oltre alle ingenuità difensive, sono le assenze per infortunio: Pasqual, Mario Gomez e Giuseppe Rossi sono elementi che nessuna squadra si può permettere di regalare e se poi manca la cattiveria, ecco che i punti buttati contro Parma e Cagliari, sebben analizzati, erano ingiusti da essere conquistati stante le prestazioni valutate nella loro complessità nei 90 minuti.

    La Fiorentina di Montella che voleva passare dalla squadra tutto palleggio e finalizzazione, a quella solo concretezza e cinismo, che aveva comportato l'acquisto dell'ex bomber di Stoccarda e Bayern Monaco, ha subito per l'infortunio di quest'ultimo un grave arresto al proprio processo di trasformazione.  Solo chi è ingenuo e sprovveduto nel calcio poteva pensare che Neto valesse il posto da titolare in una squadra per cui qualcuno in maniera azzardata la scorsa estate parlava di scudetto, dopo che il portiere brasiliano veniva da tre anni fra panchina e tribuna, senza nessuna prestazione esente da colpe. Gli errori però dell'ex Atletico Paranaense stanno nascondendo un altro difetto palese della formazione gigliata: la presunzione.

    Sentendo parlare i giocatori viola, ma anche il tecnico Montella, nessuno si è assunto le responsabilità della pessima gestione non solo del finale di partita contro l'Inter, ma anche dei primi tempi contro Cagliari e Parma, con sciagurato mancato controllo degli ultimi due match casalinghi che pesano come un macigno sull'attuale classifica di serie A. Se in Fiorentina pensano che quanto fatto l'anno scorso possa bastare per fare strada anche quest'anno, un po' come per la parabola già detta per Vargas, ci si sbaglia di grosso. I viola di oggi sembrano persone già sazie ad un buffet sontuoso. Tutto il contrario di cio'che vuole una società, quella guidata dai Della Valle, che è affamata di successi. Se è e così, se veramente Gonzalo Rodriguez e compagni si sentono presuntuosamente appagati, le prossime due prove di fuoco, nell'emergenza di uomini contro il Dnipro e poi a Roma con la Lazio, serviranno a fare da testimonianza. Due prove come non mai da non fallire, perchè gettare al vento obiettivi importanti già ad ottobre sarebbe davvero un errore imperdonabile, pur con tutte le attenuanti del momento.


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